La loggia presenta un soffitto a cassettoni dipinti ed ornati da una ghirlanda in rilievo con foglie d’acanto. La parete verso il giardino è stata chiusa da vetrate, inserite in un telaio caratterizzato da semi colonne addossate. Vicino le quattro porte sono stati murati quattro bassorilievi con scene tratte dall’Illiade. Lungo il lato lungo si trova inoltre un ampio portale in pietra che presenta una chiave di volta ornata con una testa maschile in pietra.
Posta sul retro del palazzo, affacciata sul giardino, si trova una loggia di costruzione palladiana. Il locale, inizialmente aperto, fa infatti riferimento alla prima fase di edificazione del palazzo, voluto da Floriano Antonini e commissionato ad Andrea Palladio attorno la metà del XVI secolo. Lo spazio subì rimaneggiamenti durante i secoli successivi e alla fine dell’Ottocento, quando l’edificio venne venduto dalla famiglia Antonini alla Banca d’Italia per trasferirvi all’interno una delle proprie filiali. La loggia venne quindi chiusa con vetrate divenendo un vero e proprio giardino d’inverno (Asquini 1997, p. 154), secondo un progetto dell’architetto Pietro Zanini Pietro Zanini e dell ing. Lorenzo de Toni. In questa periodo vennero inoltre qui trasportati e murati alle tre pareti i bassorilievi precedente collocati al piano terra nella stanza decorata da Odorico Politi (Asquini 1997, p. 154; Bergamini 2016, p. 257). I bassorilievi vengono tradizionalmente assegnati al veronese Luigi Zandomeneghi, professore all’Accademia di Venezia, che avrebbe operato in palazzo Antonini nel 1830/1831 (Zanini 1983, p. 143; Bergamini Bar, Bartolini Bergamini Sereni 1983, p. 258; Asquini 1997; p. 154). Durante la pulitura di un pannello è però emersa un’iscrizione incisa “Zandomeneghi figlio” che farebbe pensare alla collaborazione del figlio Pietro nell’esecuzione dell’opera (relazione di restauro, 2009). Purtroppo non è stato possibile rilevare l’iscrizione ad occhio nudo e quindi identificare e associare la corretta opera alla firma. La critica più recente (Pastres 2010, p. 23; Bergamini 2016, p. 257) ha giustamente notato la disomogeneità stilistica tra i diversi pannelli e ricordato alcune indicazioni di Picco e Saccomani secondo i quali i bassorilievi furono modellati da artisti esordienti che frequentavano l’Accademia di Venezia. Saccomani infatti annotò: “Eseguì Bernardis un magnifico bassorilievo a palazzo Antonini e può ammirarsi oggidì fra quelli pure colà esistenti del Ferrari, del Zandomeneghi e del Marsure (Pavanello 1988, p. 296). Vengono quindi proposti i nomi di Luigi Ferrari, Antonio Marsure, Giuseppe Bernardis (Pastres 2010, p. 23; Bergamini 2016, p. 257).
Asquini L./ Asquini M., Andrea Palladio e gli Antonini. Un palazzo romano nella Udine del Cinquecento, Monfalcone (GO) 1997