dipinto murale, Novelli Pietro Antonio, XVIII

Posta al centro del soffitto dello scalone centrale del palazzo, entro una cornice in stucco bianco è inserito un affresco, staccato e poi ricollocato a seguito dei restauri, raffigurante le allegorie della Giustizia e delle Pace. Le due figure femminili sono vestite di ambiti sontuosi e sedute su ampi nuvoloni in cielo. Ognuna di loro porta con se i propri tradizionali attributi: la Giustizia tiene in mano una bilancia, mentre vicino un putto sorregge la sua spada; la Pace tiene invece un ramo di ulivo. Nella parte bassa, un putto alato volteggia in aria reggendo una cornucopia, simbolo dell’abbondanza che ne deriva quando Giustizia e Pace prevalgono. La pittura risulta di buona qualità: ben riuscita la scelta dei toni e dei colori - che sembrano ricordare la tavolozza del Tiepolo come lo studio dei corpi muliebri, ripresi in un’angolazione dal basso verso l’altro non sempre facile da realizzare.

Il soffitto viene attribuito dalla critica più recente a Pietro Antonio Novelli (Bergamini 2001), in precedenza era stato fatto riferimento ad una più generica cerchia di Giovanni Battista Canal (Avon 1999). Il nome di Novelli suona convincente considerando la consolidata relazione che l’artista ebbe con la famiglia Florio: infatti collaborò nell’ideazione di apparati illustrativi per libri di Francesco (1766) e, successivamente, Daniele Florio (1777). Periodo particolarmente importante – che durerà fino all’inizio del secolo successivo - , caratterizzato da grandi lavori di costruzione e decorazione del palazzo Florio a Udine.