dipinto murale, Politi Odorico, XIX

Oggetto
dipinto murale
Soggetto
Giunone addormenta Giove per favorire la sorte degli achei, ebe cacciata dall'Olimpo, amori di Giove, Alessandro Magno dona Campaspe ad Apelle, stemma gentilizio: Politi, motivi decorativi, iscrizione
Autore
Politi Odorico (1785/ 1846)
Zuccolo Sante (secc. XVIII/ XIX)
Zuccolo Giuseppe (secc. XVIII/ XIX)
Cronologia
1813 post - 1818 ante
1899 post - 1910
Misure
m - altezza 6.3, larghezza 5.9, lunghezza 12.4
Codice scheda
OA_129741
Collocazione
Udine (UD)
Palazzo Politi Camavitto
Iscrizioni

Nella decorazione ad affresco delle pareti e del soffitto del salone trovano posto episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, dalla Naturalis historia di Plinio il Vecchio e dall’Iliade di Omero. Il soffitto è scandito da tre riquadri maggiori ottagonali che ospitano Giunone favorisce la sorte degli Achei, al centro, il Ratto di Ganimede e la Cacciata di Ebe dall'Olimpo, ai lati. Sotto la volta del soffitto, lungo le pareti sud e nord, dieci lunette poggianti sul cornicione accolgono otto raffigurazioni degli Amori di Giove, mentre l'ottava e la decima contengono, rispettivamente, uno stemma gentilizio e un'iscrizione. L'impostazione delle pareti segue la medesima scansione: i lati lunghi sono occupati rispettivamente da tre riquadri principali rettangolari inframmezzati da fasce decorate e da due quadrature sovrapporte; invece i lati corti presentano rispettivamente tre riquadri sopra le tre finestre. La pittura murale termina in alto con un fregio decorato. La decorazione parietale è incompleta: la maggior parte dei riquadri predisposti per accogliere scene figurate ne sono rimasti privi. L'unica realizzata raffigura Alessandro Magno che dona Campaspe al pittore Apelle, affresca nella parete sud.

L'esecuzione del ciclo fu molto probabilmente dilazionata nel tempo, come suggeriscono le discontinuità qualitative rilevate dalla critica, che ha ipotizzato una datazione anteriore per il soffitto e una successiva per le lunette e l’affresco parietale (Reale 1990). Come testimoniano i bozzetti oggi conservati presso i Civici Musei di Udine (Reale 1990; Gransinigh 2011), il programma decorativo prevedeva in origine, accanto all’unica scena inserita nella decorazione parietale, la raffigurazione del Compianto di Alessandro sul cadavere di Dario, della Partenza di Pompeo per i Balcani e della morte di Cleopatra. Le quadrature, i fregi e le decorazioni vegetali, floreali e animali in grisaille – pitture monocrome caratterizzate da tonalità grigie a imitazione del rilievo scultoreo – entro cui gli affreschi di Politi si inserisco, furono realizzate dai fratelli Sante e Giuseppe Zuccolo (Bartolini, Bergamini, Sereni 1983; Reale 1990; Agosto 1999), figure poco note alla critica. Per il loro operato si può ipotizzare la medesima datazione degli affreschi di Politi. Il palazzo di famiglia fu il luogo perfetto dove l'artista poté sperimentare con la tecnica dell'affresco (Reale 1990), impegnandosi inoltre nell’ideazione, progettazione ed esecuzione di un ciclo articolato e di ampie dimensioni. La decorazione del salone lasciò impressioni favorevoli sulla critica che già alla metà del XIX secolo descrisse i dipinti di Politi come "con tanta amorevolezza condotti che sembrano a olio" (Rota 1847). La decorazione di una coppia di lunette al centro della sala, eseguite su commissione dalla proprietà Camavitto sul finire del XIX secolo dopo l’acquisizione del palazzo, andò - molto probabilmente - a riempire spazi lasciati vuoti da Politi.

BIBLIOGRAFIA

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Bergamini G., Palazzi del Friuli Venezia Giulia, Udine 2001

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Bartolini E./ Bergamini G./ Sereni L., Raccontare Udine Vicende di case e palazzi, Udine 1983

Comelli G., Odorico Politi, Udine 1947

Rota L., Cenni su alcuni oggetti di Belle Arti ed utili istituzioni esistenti nella R. città di Udine capitale della Provincia del Friuli, Udine 1847