in basso a sinistra: Nane Zavagno 08
Pittura su carta, rappresentazione astratta in nero
Le opere realizzate su carta, come questa, si pongono in dialogo con le grandi sculture di Nane Zavagno, simili a costruzioni prometeiche. Incentrate sul rapporto pieno-vuoto, queste creazioni pesanti, dall’aspetto imponente, esercitano un forte impatto visivo sul paesaggio in cui si collocano e segnano un cambiamento rispetto alla precedente produzione dell’artista, caratterizzata da modulazioni di superfici metalliche e rosoni mosaicati degli anni Sessanta. Le loro forme primitive, poligonali, dagli angoli aguzzi, si ripropongono nella produzione pittorica su carta secondo un ductus che muove dalla parte superiore del foglio con pennellate ben definite e delineate di colore nero, per scendere verso il basso fino a perdersi in un bordo indefinito, dai contorni sbriciolati. Il risultato ricorda l’effetto di scosse causate da movimenti tellurici, segni lasciati dal sismografo. Non si tratta di un progetto di scultura, ma di dipinto autonomo, con cui l’artista sembra contraddire i suoi lavori scultorei, enfatizzando l’aspetto fragile della forma (a cura di Matteo Colovatti, 2016).