sul retro della base: G. de Chirico
L'opera appartiene all'Associazione Italia Nostra Onlus ed è in deposito presso il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Casa Cavazzini. De Chirico iniziò a produrre sculture in terracotta dipinta tra il 1939 e il 1941, in un periodo in cui si divise tra Parigi, Firenze e Milano, dove nel 1941 espose per la prima volta queste sculture alla Galleria Barbaroux, ottenendo una accoglienza controversa da parte della critica. Il cavallo in ceramica policroma è colto qui in tutto il suo dinamismo, in una posa che sta a metà tra un galoppo e un'impennata, ha la criniera al vento e la gualdrappa svolazzante in volute barocche ed è un omaggio plastico alla pittura celebrativa di Gericault. Nella scultura perciò de Chirico mostra di aderire a colti modelli del Rinascimento e del Romanticismo, che lo avvicinano alle coeve espressioni pittoriche, come il dipinto Tre cavalli del 1938, sempre di Collezione Astaldi (cfr. scheda OA 125120).
Ragazzi F., Il grande metafisico Giorgio De Chirico scultore, Milano 2004
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Catalogo generale, Catalogo generale Giorgio de Chirico, Milano 1971-1987, 8
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971