in basso a sinistra: P. FALASCHI
sul retro, in alto al centro: 18
sul retro, sul foglio, in basso a destra: 18
sul retro, sulla cornice, in alto al centro: 18
sul retro, sul passepartout, in basso a destra: 18
E’ Elio Bartolini a scrivere l’introduzione del volume dedicato all’opera di Paolo Falaschi, edito nel 2001. Dal testo traspare la frequentazione e il rapporto di stima e amicizia che intercorre tra i due: più volte Bartolini è stato ospite nello studio dello scultore, ma anche nella sua galleria a Passariano di Codroipo. Falaschi è stato il tramite per la conoscenza di artisti e, tra le attività culturali promosse dalla galleria, ha anche pubblicato due raccolte di poesie di Bartolini: "Cansonetutis e altris cansonetutis" (1981) e "Cansonetutis Tiersis" (1982), rispettivamente contenenti tavole di Sergio Altieri e Virgilio Tramontin. Bartolini nel suo scritto si concentra su alcuni momenti del percorso artistico di Falaschi per giungere agli ultimi risultati, presentati ed illustrati nel catalogo. Questo dipinto, donato da Falaschi a Bartolini, coevo alla monografia considerata, ben manifesta tale ricerca espressiva: la trasposizione su un piano bidimensionale di quelle strutture quadrangolari denominate dall’artista “paracarri”, di color nero interrotto da campiture di forma irregolare rosse, blu e in particolare dorate. Le facce di questi parallelepipedi sono tra loro diverse sia per gli accostamenti cromatici, sia nel trattamento delle superfici: a volte lisce, altre leggermente bocciardate, scalfite o incavate, suddivise in zone evidenziate dalla stesura uniforme del colore. Del periodo giovanile, successivo al diploma ottenuto all’Istituto statale d’arte di Udine dove ha per maestri Albino Lucatello e Dino Basaldella, rimane un dipinto del 1969 il Toro: Falaschi mostra di allontanarsi dalla figurazione per perseguire attraverso la sperimentazione di tecniche e materiali soluzioni astratte. Dagli anni Ottanta si interessa anche all’affresco, alla calcografia e realizza alcuni interventi di arte ambientale. Relativamente ad alcune opere calcografiche esposte alla mostra collettiva "LONGOBarte" nel 1990 a Cividale del Friuli (Udine), Bartolini firma la scheda per il catalogo (BARTOLINI, 1989) sottolineando come l’abilità raggiunta in tale procedura di stampa ha reso possibile la ripresa dettagliata di certi motivi decorativi di matrice longobarda pur interpretati con scelte originali. Elemento peculiare dell’arte di Falaschi è la presenza dell’oro: un richiamo all’arte medievale e ai suoi significati metafisici. Bartolini vi legge un forte legame con le sue origini toscane, “la suggestione delle tante Madonne senesi e pisane, e dell’oro che le circonfonde e le esalta sulle pale di questa terra, riflesso dell’oro di quel paradiso che le ha accolte” (BARTOLINI, 2001). Anche le sculture dei “paracarri”, delle più piccole “predelle”(cfr. OA 112970), tavolette che esaltano la loro vivacità e articolazione se avvicinate in sequenza, fino ai più recenti “totem” si accendono di luce per mezzo della foglia d’oro stesa in spazi allungati dal contorno irregolare, per definire la verticalità della struttura, o ampi a rivestire sezioni modellate del volume. Similmente in questo dipinto sullo sfondo nero l’area dorata è interrotta da un rettangolo blu e limitata da un cuneo rosso e dalla striscia di base: Falaschi sviluppa in un ciclo di opere su carta, l’apposizione di forme semplici dai colori primari all’oro variando disposizione e ampiezza in un continuo mutare di equilibri.
Elio Bartolini Arte, Elio Bartolini. La collezione d'arte della Città di Codroipo, Udine 2011
Bartolini E./ Coretti P., Paolo Falaschi, Pasian di Prato (UD) 2001
Longobarte Artigianato, Longobarte. Proposte dell'artigianato del Friuli-Venezia Giulia su tema longobardo, Udine 1989