in basso a destra: Venuto
sul retro, in alto a sinistra: NUGAE VENUTO
sul retro, al centro in alto, etichetta prestamapta: Gian Carlo Venuto/ 31 GORIZZO CAMINO A T. UDINE - ITALIA/ Titolo/ Anno/ Tecnica/ Misure BXH/ Ns. RIF.
Cielo con nuvole
La data di esecuzione dell'opera è stata indicata dallo stesso artista. La conoscenza tra il pittore Gian Carlo Venuto ed Elio Bartolini si approfondisce nella metà degli anni Novanta, periodo a cui risale questo dipinto. Nella collezione Bartolini donata al Comune di Codropio è presente anche un acquerello con lo stesso soggetto. Entrambi fanno parte della serie dedicata alla descrizione del cielo, soggetto che appassionò l’artista durante un soggiorno di studio in Germania. Qui Venuto iniziò ad osservare i mutamenti di luce, la densità delle nuvole, le diverse tonalità in base ai fenomeni atmosferici e nell’arco della giornata, cercando di riportare tali visioni sulla tela per mezzo del colore. La composizione non ha più un limite: abolito l’orizzonte, la rappresentazione si estende invadendo anche la cornice, è parte dello spazio celeste, un frammento dell’infinito, concesso allo sguardo umano. Nasce così un ciclo pittorico, denominato "I cieli sopra Berlino" anche con riferimento al titolo del film diretto da Wim Wenders nel 1987. In questi dipinti Venuto ferma delle situazioni in cui il cielo assume particolari qualità cromatiche o il veloce mutamento delle nuvole nel sottotema delle "Nugae" (dal latino: cose da nulla, di poco conto). Formatosi all’Accademia d’Arte di Venezia, Gian Carlo Venuto inizia ad esporre già nel 1971, allestendo una mostra personale a Codroipo. All’attività di docente, dapprima all’Accademia di Belle Arti di Venezia, poi all’Albertina di Torino e a Brera a Milano, si affianca quella di pittore: abbandonati i paesaggi giovanili, egli elabora soggetti che evocano viaggi ed esperienze personali tra cui le tele con le calle chiare su sfondo nero, le architetture dei paesi baltici ed appunto i cieli. Il dipinto su tela di notevoli dimensioni venne donato a Bartolini dall’artista a seguito di un intervento per il catalogo della mostra personale allestita a Udine nel 2001 "Nuvola fulva". I dipinti esposti avevano tutti per tema il cielo e lo scrittore ne trasse spunto, descrivendo il cielo come porta d’accesso alla sede degli dei, legame tra ciò che è terreno e ciò che è divino. “Il Cielo infatti a rivendicare se stesso e la propria indipendenza, ha pur sempre il colore dalla sua, mistero che gli permette d’inventarsi istante per istante, libero fino al capriccio, sottoposto a qualsiasi vento e insieme domandolo, intanto ponendosi unico intermediario tra l’uomo e la Divinità” (BARTOLINI, 2001). È proprio questo mutevole colore, per Bartolini intrinseca qualità del cielo, che Venuto cerca di trasporre sulla tela. A questo dono fece seguito subito dopo quello del coevo acquerello (cfr. scheda OA 112836). A Bartolini però Venuto dedica anche una successiva pubblicazione edita per la mostra del 2006 "Cjantadis Omaggio a Elio Bartolini". Anche questo catalogo raccoglie dei “cieli”, tutti successivi al 2001. Sia "Nuvola Fulva" che "Cjantadis" poi contengono delle foto dello scrittore scattate nello studio dell’artista dal fotografo Danilo De Marco, come quinta i dipinti che furono esposti nelle due mostre udinesi. La scelta poi del titolo “Cjantadis” è un richiamo alla raccolta di poesie di Bartolini del 2003 che contiene sette incisioni d’artista realizzate dalla stamperia Albicocco di Udine tra le quali un’immagine con nubi vaporose di Venuto.
Elio Bartolini Arte, Elio Bartolini. La collezione d'arte della Città di Codroipo, Udine 2011
Gian Carlo Venuto, Gian Carlo Venuto. Nuvola fulva, Udine 2001