in basso a destra: SMF
in basso a sinistra: ZIGAINA 66
Pannello a mosaico (formato da più sezioni unite in situ) collocato lungo una parete interna non portante. Le tessere in pasta vitrea, marmo e pietra hanno forme e dimensioni eterogenee. Il pannello ha una dimensione tale da coprire l'intera superficie tra due porte di accesso a due aule, da terra sino al soffitto.
L'impianto compositivo è strutturato a sezioni rettangolari che vogliono ricordare i fotogrammi delle pellicole cinematografiche. Tra le sequenze è riconoscibile la metamorfosi di una ceppaia che ritorna ad una vita diversa dopo il torpore (morte) invernale, e il salice friulano tagliato dalla scure dell'uomo ma sempre capace di generare nuova vita. Il fondo dei fotogrammi è sempre bianco-grigio, le figure sono tracciate con linee nere e pochi tocchi di giallo. Dopo aver descritto il dramma della morte nei mosaici del piano terra e del primo piano, in questo "Ancora speranza" l’artista riflette sulla vita e lo fa prendendo come simbolo una ceppaia, soggetto a lui caro in quel periodo, in quanto elemento naturale che resiste oltre la violenza dell’abbattimento dell’albero. A primavera dalla ceppaia nascono infatti dei germogli, metafora della nuova vita, proposta in sembianze umane nell’ultimo pannello del quarto piano. "Ancora speranza" è dunque la sequenza della crescita di germogli sulla ceppaia. Dopo le tinte acide e cupe, si staglia uno sfondo neutro su cui un tratto nero, preciso, delinea la forma del tronco tagliato e della radice.