in basso a sinistra: CAMBON/- ABBAZIA - 925
Ritratto di uomo a mezzo busto rivolto leggermente a sinistra. Ha capelli e folta barba castani. Indossa una camicia bianca e una cravatta blu. Il braccio destro poggia su una staccionata. Alle sue spalle s'intravedono degli alberi e a destra compare il cielo azzurro.
Glauco Cambon, pittore triestino,ebbe una prima formazione artistica a Monaco di Baviera al 1891 al 1895, frequentando contemporaneamente la scuola privata di Knirr. In questo ambiente, Cambon è influenzato dal simbolismo classicheggiante di Böcklin e dalla pittura secessionista di Franz von Stuck. In questi anni monacansi ottenne delle menzioni d’onore e dei premi e nel 1897 partecipa alla Seconda Esposizione Internazionale di Venezia con due ritratti a pastello. Dal 1900 al 1905 è a Roma dove partecipa alle esposizioni Amatori e Cultori di Belle Arti del 1902 e 1903. Sino allo scoppio della prima guerra mondiale continua in crescendo il suo percorso espositivo: Milano, Trieste Venezia, Vicenza, Torino, Pisino, Parigi., Monaco di Baviera sono i centri in cui l’artista è presente con le sue opere. Nel 1913 in Dalmati, a Zara, presso la biblioteca Paravia, allestisce una personale, per poi esporre nuovamente al Palazzo di Vetro di Monaco di Baviera, alla "Collettiva" Bevilacqua La Masa di Venezia e alla II Esposizione Nazionale di Belle Arti di Napoli. Nel 1915 presenzia all' Esposizione Internazionale di San Francisco (USA) e alla Mostra di Guerra alla Permanente di Milano, dove si trasferisce dopo la chiamata alle armi nelle file dell'esercito austroungarico. Dopo la Liberazione di Trieste, nel 1919, tiene una personale presso l'Albergo Savoia. Partecipa inoltre alla Nazionale di Belle Arti a Torino e alla III Mostra della Federazione Artistica Lombarda a Milano, e d’ora in poi la sua presenza è alle Esposizioni di Venezia e Milano. Nel 1924 è alla prima Esposizione Biennale del Circolo Artistico di Trieste e comincia ad avere rapporti di amicizia con Italo Svevo. Nel 1927, assieme ai pittori Barison, Bergagna, Croatto, Flumiani, Grimani, Lucano, Orell, Sambo, Zangrando, De Carolis, B. Ciardi e Nomellini, partecipa alla decorazione della motonave "Vulcania". Nel 1929 è ricoverato in clinica a Regoledo (Como), dove continua a lavorare e nel 1930 a Biella, recatosi per allestire una mostra personale, muore il 7 marzo. La sua produzione giovanile è caratterizzata da un’influenza impressionista desunta dall’ammirazione verso altri due pittori triestini Arturo Rietti (1863 – 1943) e Umberto Veruda (1868-1904) non trascurando una predilezione per le linee sinuose dell’Art Noveau che ben si confacevano alla sua attività di cartellonista. Nei primi decenni del ‘900 si può notare nella produzione dell’artista una visione simbolista in paesaggi e ambientazioni particolari come Salammbòdel 1906 e Le figlie del Reno del 1907 di collezione privata, mentre indiscussa è la sua vena abile di ritrattista di donne borghesi. L’ opera delle collezioni goriziane è di tarda produzione dove il ritratto virile è reso con una pennellata corposa ed energica, quasi di sapore espressionista. Compiuto poco prima della sua morte probabilmente ad Abbazia, come si evince dalla scritta sotto la firma, il dipinto mette in luce l’attenzione che il pittore ha rivolto allo sguardo penetrante e sicuro dell’effigiato cogliendolo all’aperto alle spalle di un paesaggio dagli alberi frondosi e dal cielo terso.
Pinacoteca Musei, Repertorio di ulteriori opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Sgubbi G., Glauco Cambon, Trieste 2004
Cusin S., Trieste-Monaco di Baviera 1880-1915: artisti triestini alla Akademie der Bildend Künste, in Arte in Friuli Arte a Trieste, Mariano del Friuli (GO) 2004, n. 23