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Originariamente la tela si trovava nel refettorio del convento di Sant'Anna a Capodistria. Secondo il Sennio la tela "è da attribuirsi ad un artista da porsi fra Paolo Veronese e i Bassano". Il dipinto non è menzionato da Santangelo nel suo Inventario delle opere d'arte della provincia di Pola. L'opera mostra evidenti riferimenti a Veronese sia per l'impostazione compositiva sia per le citazioni architettoniche e a Tintoretto per il cromatismo. La scena rarefatta, le figure affilate, le fisionomie spigolose, che non si confanno a quelle più eleganti, morbide e paffute di Veronese, fanno pensare ad un pittore attento ai modi di Jacopo Bassano.
Algeri G./ L'Occaso S., Le opere d'arte della chiesa di Sant'Anna di Capodistria, in Histria. Opere d'arte restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo, Milano 2005
Sennio I., La chiesa ed il Convento di S. Anna in Capodistria. Un museo d'arte, Capodistria 1910