Scarabelotto a Roma 1836
Il dipinto raffigura un paesaggio con rovine, tra cui si possono riconoscere le colonne del portico nel Foro di Nerva a Roma, estrapolate dal loro contesto e inserite in un ambiente di fantasia. in primo piano sulla sinistra un pozzo, con l'elemento pittoresco dei pastori e delle pastorelle con i vasi pieni d'acqua.
Il dipinto fu acquistato dalla Soprintendenza nel 1951. Come documenta l'iscrizione che compare sulla tela, l'opera fu eseguita dal paesaggista e scenografo Lorenzo Scarabellotto nel 1836, nel periodo iniziale del suo soggiorno romano, che si protrasse con alcune brevi interruzioni fino al 1852, anno in cui si trasferì in Brasile. Valeria Poletto (2001) ha messo in evidenza come l'artista unisca in questa composizione motivi architettonici tratti dal vero, in questo caso il portico del Foro di Nerva a Roma, ad elementi pittoreschi e di pura fantasia, creando un'opera gradevole, che incontrava i gusti dell'emergente borghesia triestina, a cui erano prevalentemente destinati i suoi quadri da cavalletto. Sabina Sorrentino (1997) ha fatto notare come il pozzo presente nel dipinto sia praticamente identico ad uno che compare in una tela del pittore nordico Hendrik Voogt, conservata nei Musei Civici di Arte e Storia di Brescia, a conferma che l'artista doveva ricorrere spesso allo strumento della stampa, quale mezzo di diffusione di motivi iconografici di grande fortuna.
Poletto V., Schede, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001
Sorrentino S., Lorenzo Scarabelotto scenografie vedute decorazioni, Trieste 1997