La tela da soffitto, restaurata in data imprecisata, rappresenta assise tra le nubi le figure allegoriche della Pace, colta di schiena con un libro nella mano sinistra e una corona di alloro sul capo, e della Nobiltà, con i suoi tipici attributi della lancia, dello scudo e della statuina di Minerva alata. In alto un amorino volante sventola un ramo di ulivo, simbolo della Pace.
Il dipinto occupa la parte centrale del soffitto del Salone Piemontese, decorato da un ricco ornato ligneo dorato, ispirato ad esempi analoghi documentati in alcuni palazzi veneziani di secondo Settecento. Anche la tela, da attribuire per Fabrizio Magani (2001) ad un anonimo artista veneto e databile secondo i dati tecnici alla seconda metà dell'Ottocento, si ispira chiaramente all'arte veneziana e in particolare a Giambattista Tiepolo, di cui qui si ricalca la composizione con l'Allegoria della Giustizia e della Pace, eseguita dall'artista per Palazzo Zenobio ed oggi nel Convento dell'Isola di San Lazzaro degli Armeni. Come afferma Magani, nella seconda metà del XIX secolo si sviluppò un forte revival dell'arte veneziana del Settecento, e in particolare del suo massimo interprete, Giambattista Tiepolo appunto.
Magani F., Schede, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001