Il dipinto raffigura San Francesco d'Assisi in piedi con lo sguardo abbassato e le mani, che mostrano i segni delle stimmate, incrociate al petto in atto di devozione. Accanto al santo un angelo gli indica una caraffa d'acqua che sorregge con la mano sinistra.
Il dipinto, proveniente dalla collezione Mentasti, è verosimilmente da riconoscere nel "San Francesco quando gli comparisce l'angelo colla caraffa dell'acqua", citato da Filippo Baldinucci nelle sue "Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua" (1681-1728, cit. in Benedettucci 2001) come appartenente allora alla collezione del marchese Mattias Maria Bartolloni. L'attribuzione al toscano Lorenzo Lippi spetta a Fiorella Sricchia (1963, cit. in Benedettucci 2001), riconfermata di recente da Fabio Benedettucci (2001), che ha avanzato per il dipinto triestino una datazione al quinto decennio del Seicento, dato che esso rivela le maggiori tangenze stilistiche con opere sicure del Lippi di questo periodo.
Benedettucci F., Schede, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001