in alto entro un cartiglio: IEREMIAS
Il dipinto raffigura il profeta Geremia che piega la testa avvolta in un turbante verso il basso; in primo piano giganteggiano le mani incrociate: la sinistra tiene una penna d'oca, la destra è appoggiata alla guancia.
La tela (cfr. Stoppa 2001), acquistata nel 1955 dalla collezione di Pietro Mentasti, fu attribuita da Roberto Longhi al lombardo Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone e con questa attribuzione comparve alla mostra tenuta presso la Galleria del Sole di Milano nel 1953 (cit. in Stoppa 2001). Jacopo Stoppa di recente ha ribadito la paternità della tela all'artista, che mostra il fare tipico del Morazzone nella pennellata sciolta e pastosa, avvicinandola ad opere autografe databili agli inizi del secondo decennio del Seicento, quali l'Adorazione dei Magi della chiesa di Sant'Antonio Abate a Milano del 1611 circa o la Presentazione al Tempio della chiesa di di Sant'Agostino a Como, documentata nel 1612. Stoppa fa giustamente notare come il particolare soggetto del dipinto faccia pensare che esso abbia fatto parte di un ciclo pittorico più ampio, nel quale dovevano essere raffigurati i Profeti e forse le Sibille. Inoltre lo scorcio da sotto in su e la dimensione alquanto sproporzionata delle mani in primo piano fanno supporre una originale collocazione dell'opera ad una altezza considerevole.
Stoppa J., Schede, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001