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La testa in gesso ritrae, in toni espressionistici e caricaturali, l'ingegnere triestino Oscar Brunner, molto attivo nella vita artistica goriziana degli anni Venti.
L'opera era conosciuta fino ad ora grazie alla versione in bronzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, già collezione Giletti, pubblicata per la prima volta nel catalogo della mostra "L'avventura fantastica di Luigi Spazzapan" (Gradisca d'Isonzo, 1970) assieme al coevo "Ritratto di Veno Pilon", di cui pure era esposta la fusione. Mentre di quest'ultimo è nota da tempo l'esistenza del gesso in collezione privata triestina, il ritratto Brunner costituisce un ritrovamento inatteso e particolarmente importante per la conoscenza della fase di esordio della tormentata vicenda artistica di questo pittore, che, come è noto, già nel 1928 avrebbe lasciato Gorizia per stabilirsi definitivamente a Torino. Si sa che Spazzapan produsse pochissime sculture nella sua lunga carriera: oltre a questi due originali ritratti che documentano in modo inequivocabile la sua inclinazione all'espressionismo (pur in una fase di intensa sperimentazione che lo vede impegnato anche sul versante astratto/futurista) si ricordano solo delle "sculture violentemente colorate", ormai perdute, con cui partecipò, come egli stesso ricorda nel testo autobiografico pubblicato nel catalogo del '70, alla prima mostra futurista di Padova (1926). Che egli volesse farsi conoscere anche come scultore è dimostrato dal fatto che l'anno dopo, alla I Esposizione del Sindacato fascista di Belle Arti di Trieste (1927), espose – suscitando la reazione negativa della critica più conservatrice - il Ritratto di Veno Pilon. Al contrario, la testa di Oscar Brunner, un ingegnere triestino che nella Gorizia degli anni venti, mosso da un interesse particolare per le avanguardie, aveva partecipato intensamente all'attività del Circolo artistico, non ha una storia espositiva fino agli anni settanta e, comunque, non era mai stato vista nella versione in gesso. L'acquisizione alla collezione del Museo Revoltella rappresenta, pertanto, un contributo decisamente significativo alla documentazione sull'arte giuliana degli anni venti. [Masau Dan 2005]
Masau Dan M., Schede, in Museo Revoltella Trieste. La donazione Kurländer, Trieste 2005