in basso a destra: - CAMBON - 917
Su di un grande terrazzo affacciato sul mare, una coppia conversa seduta ad un tavolo apparecchiato; le colonne binate della balaustra palladiana fanno da quinta architettonica alla scena e, con le scure silhouette della vegetazione, separano la luce naturale della luna, che si specchia sulla superficie del mare con riverberi d'argento, da quella artificiale della lampada sul tavolo.
Seppur eseguito in pieno clima bellico, come documenta la data del 1917 posta in calce al dipinto, Al chiaro di luna di Glauco Cambon rievoca le atmosfere galanti e la spensierata vita borghese tardo-ottocentesca. Su di un grande terrazzo affacciato sul mare, una coppia conversa seduta ad un tavolo apparecchiato; le colonne binate della balaustra palladiana – già comparse nell’opera Terrazza sul mare del 1913-15 (cfr. Sgubbi, 2004, p.127, fig. 163) – fanno da quinta architettonica alla scena e, con le scure silhouette della vegetazione (tra cui compare anche un cipresso d’ispirazione bökliniana), separano la luce naturale della luna, che si specchia sulla superficie del mare con riverberi d’argento, da quella artificiale della lampada sul tavolo. L'utilizzo di pennellate divise, di derivazione impressionista, restituisce sulla tela la vibrazione atmosferica e la ricchezza dei riflessi cromatici. Illuminando il dipinto dal retro è emerso un ripensamento dell’autore, che nella versione finale ha modificato la posa dell’uomo, inizialmente raffigurato con il braccio sinistro teso verso il mare con una certa enfasi teatrale, come documenta una fotografia conservata nell’album del pittore (cfr. Sgubbi 2004, p. 172, fig. 237). Con le opere di analoga impostazione compositiva Scena d'hotel, dove l'inquadratura architettonica è sostituita da arco ricoperto di edera, e Palladiana sul lago, nel quale una coppia elegantemente vestita ammira l'esplosione di fuochi d'artificio, anche questo dipinto si ricollega al repertorio iconografico della cartellonistica di Cambon, in particolare ai manifesti Portorose Palace Cur Hötel e Club Specialité. Sul piano stilistico, invece, rivela la complessa cultura figurativa dell’artista, assimilata durante gli studi all'Accademia di Monaco e nei frequenti soggiorni a Venezia, Roma e Milano. [Bressan 2005]
Bressan N., Schede, in Museo Revoltella Trieste. La donazione Kurländer, Trieste 2005
Sgubbi G., Glauco Cambon, Trieste 2004
Pittura triestina, Pittura triestina tra '800 e '900 nelle collezioni del Museo Revoltella, Trieste 1999