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in basso a sinistra: BRVNO CROATTO/ ROMA 1931
Il dipinto raffigura il pittore triestino Bruno Croatto che, seduto su una sedia con pennelli e tavolozza in mano, rivolge lo sguardo all'osservatore. Accanto sul tavolo alcune sigarette, un tubetto di colore e un vaso.
Di recente acquisizione, il dipinto in esame è senz’altro uno dei più interessanti all’interno della ricca collezione di autoritratti del Museo Revoltella. Costituita da un centinaio circa di dipinti, il cui nucleo maggiore fu donato da Roberto Hausbrandt tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, a questa collezione è stata dedicata nell’estate del 2000 una mostra intitolata Cento autoritratti dalle collezioni del Museo Revoltella. La qualità della luce e la straordinaria definizione dei particolari sono gli aspetti che maggiormente sorprendono in questo come in altri ritratti e nelle innumerevoli varianti delle nature morte realizzate da Bruno Croatto a partire dagli anni venti. Prima di allora, infatti, il linguaggio artistico di matrice impressionista dell’artista triestino, che dal 1925 risiedeva stabilmente a Roma dopo aver viaggiato lungamente in Italia e in Europa, risentiva profondamente dell’influsso tedesco recepito negli anni trascorsi all’Accademia monacense, assieme agli artisti concittadini Arturo Fittke, Oscar Hermann Lamb e Arturo Tamburini (metà degli anni ’90 dell’800). La figura austera ed elegante del pittore è ritratta nell'atelier e circondata da una serie di oggetti caratteristici e non del tutto casuali, che permettono di classificare tale dipinto nella tipologia dell'autoritratto cosiddetto "professionale", finalizzato ad illustrare il mestiere del soggetto ritratto e a Croatto ispirato dagli innumerevoli esempi rinvenibili nella ritrattistica degli anni Trenta (Ubaldo Oppi ma anche il concittadino Carlo Sbisà). [Gregorat 2005]
Gregorat S., Schede, in Museo Revoltella Trieste. La donazione Kurländer, Trieste 2005
Museo Revoltella Trieste, Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004
Mugittu D., Bruno Croatto, Trieste 2000, 2