In primo piano è raffigurato il nerboruto carnefice di spalle, con il braccio alzato e la spada sguainata, pronta ad abbattesi sul collo della santa inginocchiata in secodo piano, con le mani incrociate legate da una corda. Oltre il rialzo del terreno ove ha luogo la decapitazione spunta un moro a cavallo, mentre sulla destra giacciono i corpi di due martiri già trucidati. Dal cielo, in cui si addensano nuvole scure, discende un angioletto in volo che reca la palma del martirio e una corona ed è accompagnato da due teste cherubiche.
Già assegnata da Rizzi al giovane Giambattista Tiepolo in occasione della Mostra della pittura veneta del Settecento in Friuli (1966), l'opera è stata successivamente attribuita a Giuseppe Graziani (Pilo, 1966), Pietro Longhi (Egidio Martini, 1982), Francesco Pavona (Giuseppe Bergamini, 1996). Fra queste l'ipotesi più convincente appare quella di Martini che riconosce nel dipinto una creazione appartenente al periodo giovanile di Longhi, prima che l'artista individui nella scena di costume il proprio genere d'elezione. L'opera si collocherebbe più o meno all'altezza cronologica del "San Pellegrino condotto al supplizio" dipinto dal maestro per la parrocchiale di San Pellegrino (1729-32), come attestano sia la scelta del tema religioso, sia i raffronti stilististici (cfr. Magani, Museo Civico, op. cit., 2001, p. 134).
Goi P., La pittura. Per una storia dell'immagine religiosa, in La pittura. Museo Diocesano d'arte sacra, Pordenone 2005, II
Magani F., Schede, in Il Museo civico d'arte di Pordenone, Vicenza 2001
Galleria nazionale, La Galleria nazionale d'arte antica di Trieste. Dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001
Giambattista Tiepolo, Giambattista Tiepolo. Forme e colori. La pittura del Settecento in Friuli, Milano 1996
Gemin M./ Pedrocco F., Giambattista Tiepolo. I dipinti. Opera completa, Venezia 1993
Martini E., La pittura del Settecento veneto, Udine 1982
Mostra pittura, Mostra della pittura veneta del Settecento in Friuli, Udine 1966