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in basso a destra: dova g. 52
Segni aniconici: tracce ad andamento circolare. Al centro piccoli ovali concentrici di colori diversi.
L'opera fa parte di un nucleo di dipinti, disegni e stampe che furono di proprietà dell'ingegner Roberto Ruini ed entrarono nelle raccolte civiche con il nome di Collezione Ruini-Zacchi. Gli eredi dell'ingegner Ruini donarono tale collezione all'associazione "La Nostra Famiglia" dalla quale il Comune di Pordenone con un contributo della Regione la acquistò attraverso un iter iniziato nel 2000 e concluso nel 2002. Le opere della collezione, già in comodato presso il museo, vennero presentate al pubblico nel 1999 con una mostra a Pordenone. Dova aderisce nel 1952 al Movimento nucleare fondato l'anno precedente da Enrico Baj e Sergio Dangelo. Il movimento - che nasce anche in reazione al formalismo di De Stijl e all'astrazione geometrica generale - si propone di esprimere in termini visivi i timori generati dalle nuove energie - in particolare quella atomica - rivelate dalla scienza del Novecento. La pittura gestuale di Dova, che sembra obbedire un gesto automatico (e dunque esprimere un timore inconscio) traduce tali premesse dando luogo a un inquietante vortice bituminoso che pare raccogliersi intorno a un nucleo atomico.
Collezione Ruini, La collezione Ruini per la galleria d'arte moderna, Trieste 2003