Trasposizione su affresco di scomparti di polittico costituito da sette scomparti con basamento e cuspidi gotiche intervallate da guglie di coronamento sotto cui si trovano le figure dei santi e la Madonna in trono col Bambino. Le figure dei santi sono riconoscibili dai loro attributi iconografici: Santa Caterina d'Alessandria regge la ruota; Sant'Antonio abate ha il mantello nero sulla veste marrone, la cocolla, la barba bianca; San Giovanni Battista regge l'Agnus Dei ed è vestito di pelli; il Santo Vescovo ha le vesti vescovili; Santa Maria Maddalena dai lunghi capelli regge la pisside con gli unguenti; Santa Elena regge la croce lignea.
L'esame dell'impianto scenico spaziale richiama i modi di Altichiero da Verona, ed in particolare la cappella Cavalli della chiesa di Sant'Anastasia di Verona, però rispetto alla maniera altichieresca secondo cui le figure rappresentate interagiscono con l'architettura, la abitano, i santi udinesi non sono dentro il fastigio architettonico, ma semplicemente al di sotto, per cui c'è ancora un residuo di quella mentalità che proviene dalla cultura nordica dimensionale. Vi sono accenti riconducibili alla coeva tradizione friulana post-vitalesca: ad esempio gli incarnati intensamente rosati delle sante riflettono il perdurare dell'influenza bolognese in Friuli. Il linguaggio è improntato a eleganze gotiche nelle cadenze delle vesti. Le sante sono caratterizzate dalla grazia, dolcezza e morbidezza del chiaroscuro e eleganza scorrevole della linea di contorno.