Veduta di Sauris di Sopra, viottolo e crocifisso nella neve

Oggetto
dipinto bozzetto
Soggetto
veduta invernale di Sauris di Sopra
Autore
Barazzutti Giuseppe (1890/ 1940)
Cronologia
1922 ca.
Misure
cm - altezza 40.5, larghezza 60.5
Codice scheda
OA_30722
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Collezione privata

In un paesaggio innevato, in cui il pendio innevato sembra confondersi con il cielo grigio di neve, il paese di Sauris di Sopra è inquadrato dall'alto verso il basso. Sulla sinistra un crocifisso ligneo è posto ai lati della strada scavata nella neve.

Il dipinto fa parte di una serie di opere realizzate a Sauris negli anni 1920, 1921 e 1922 durante i soggiorni trascorsi in compagnia dell'amico pittore Giovanni Napoleone Pellis, è datato dal proprietario al 1922 ca. Come scrive Franca Merluzzi (1994, 93) i due pittori erano legati da uno stretto rapporto di amicizia e condividevano l'interesse per l'ambiente montano tanto da cimentarsi spesso negli stessi soggetti e nel le stesse inquadrature. Ciascun dipinto può essere considerato un'opera autonoma e non rimanda necessaria mente a una quadro realizzato (Merluzzi, 1994, 92). Il bozzetto schedato in questo caso fa parte di una serie che ritrae la stessa maina con capitello in inverno e in estate, sull'esempio di quanto Barazzutti aveva fatto per la serie della fontana con vasca. Il bozzetto rappresenta il paese sotto la neve, o meglio i tetti innevati delle case dall'alto verso il basso. Il dipinto è strettamente correlato al bozzetto schedato al n. 104975, infatti il punto di vista del pittore è posto davanti alla maina, precedentemente ritratta dall'alto, quasi sulla stessa linea del capitello. Il luogo è probabilmente identificabile con quello dove esiste ancora una maina, al bivio della strada provinciale nella parte alta del paese. Il primo gruppo di case sulla sinistra sarebbe quindi identificabile con l'attuale centro etnografico. Sulla sinistra un crocifisso ligneo è posto ai lati della strada scavata nella neve e suggerisce profondità. Nell'opera gli impasti cromatici stesi a spatola hanno una concretezza materica ben evidente e si nota una grande abilità cromatica nell'accostare pennellate bianche grigie e marroni "che costituiscono fisicamente le varie parti del dipinto (Merluzzi, 1994, 92). Nonostante manchi la firma, l'attribuzione a Giuseppe Barazzutti è assolutamente certa poiché si conoscono le circostanze in cui l'opera è entrata a far parte della collezione. Il dipinto è stato schedato da Franca Merluzzi in occasione della mostra Un pittore a Sauris con il numero 1.53 nella sezione 1 Pittura. Vedute e paesaggi.

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BIBLIOGRAFIA

Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21

Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001

Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX

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