in basso a destra: ALTIERI
a destra: ANNO SAL MCCCC LXX IX/ IOANNE MOCE PRINCIPE/ IOAN HEMUS IULIENSIUM/ PRAETOR MERITISS. GRADISCAE/ TUMULUM CONSENSU PATRUM/ MURO ET FOSSA MUNIENDUM/ CURAVIT ENRICUS GALLUS/ ARCHITECTUS AB AUCTORE/ HEMOPOLIM AUSPICATISSIME/ NOMINAT
Veduta della città fortificata di Gradisca d'Isonzo con il vessillo della Repubblica di Venezia sventolante sopra la porta urbica.
Fino al 1976 il pannello era inserito, assieme a quello intitolato "Battaglia per la conquista di Gradisca", all'interno del "Caffè Emopoli", prospiciente la piazza centrale di Gradisca d'Isonzo, uno dei più eleganti della cittadina. Nel pannello diventa parte integrante del dipinto la trascrizione dell'epigrafe (ora nel lapidario ma in origine sul portale della rocca) in cui Gradisca è chiamata, richiamandosi alla definizione di Enrico Gallo, "Emopoli", ovvero "città di Emo". I due dipinti furono commissionati da Pietro Fontanella, allora proprietario e gestore del caffè, in occasione dei lavori di ristrutturazione del locale con angoli riservati alla lettura, arredi in legno di noce, rifiniture in ottone, atmosfera vagamente mitteleuropea. Inaugurato il 17 febbraio 1965, il caffè con i pannelli di Altieri inseriti nella sala, proseguì la sua attività fino al 1977. Al momento del cambio di gestione, in previsione di una nuova ristrutturazione a seguito della vendita, i due pannelli furono staccati per impedirne la distruzione o la dispersione. Le opere furono acquistate, su proposta di Albarosa Di Bert, che allora ricopriva la carica di assessore comunale alla cultura, dall'amministrazione regionale. Affidate in comodato al Comune di Gradisca, furono inserite nella sala consiliare dove tuttora si trovano. (traduzione del testo latino: Nell'anno 1479, essendo Doge Giovanni Mocenigo, Giovanni Emo, luogotenente della Patria del Friuli stimatissimo, si preoccupò affinché il colle di Gradisca fosse munito di muro e fossa, con il consenso del Senato).
Opere collezione, Opere dalla collezione regionale. Un ricordo per due maestri: Anzil e Spacal, Trieste 2001