In mezzo al cielo, popolato da schiere angeliche, le figure si accalcano nella parte inferiore. Sulla metà destra si notano il Padre e il Figlio sorretti da nuvole sostenute da cherubini, più in basso un semicerchio formato dai padri della chiesa e dai martiri, vicino al bordo inferiore a sinistra Santa Margherita è inginocchiata e calpesta il drago, sulla destra in proporzioni minori San Michele Arcangelo e seduti ancora a destra due Evangelisti (?). Il bozzetto circolare è iscritto in un fondo scuro del foglio riquadrato.
Il bozzetto fa parte di una serie di tre eseguiti per la decorazione della chiesa di Santa Margherita in Sappada. Mons. Polentarutti affidò la decorazione ad affresco a Francesco Barazzutti, che la eseguì nel 1907-1908 nei mesi estivi, più adatti ad asciugare le malte. Il pagamento fu di l ire 8.000. (Toller, 1969, 90). Attualmente i colori si presentano alterati rispetto all'originale. Tutti i bozzetti furono eseguiti e sono tuttora in opera. La marca da bollo e il timbro dell'Ufficio del registro di Gemona con la data 1905 datano il bozzetto, che fu presentato alla Commissione Diocesana per l'approvazione. Il bozzetto schedato raff. La Gloria di Santa Margherita fa parte della raccolta di bozzetti appartenenti a Francesco Barazzutti, passati in eredità alla sua morte nel 1918 al figlio Giuseppe e alla morte di quest'ultimo al nipote e attuale proprietario Silvano Crapiz. Nonostante manchi la firma, l'attribuzione a Francesco Barazzutti è dunque assolutamente certa poiché si conoscono le circostanze in cui l'opera è entrata a far parte della collezione. Francesco Barazzutti (1847-1918), padre del pittore Giuseppe Barazzutti, f u titolare di una famosa bottega gemonese di decorazioni sacre attiva nell'Impero Austro Ungarico e in Friuli. Soggiornò a Graz (1876-1887), operò nel salisburghese (1883) e a Badgastein (1890) venendo in contatto con i grandi impresari Giacomo Ceconi di Montececon e Angelo Comini. Nella chiesa di Sappada Francesco si accostò ai modi del barocchetto austriaco che egli aveva avuto modo di vedere dal vero. Quadri di storia e figure furono dunque inseriti entro una curatissima decorazione a stucco dorato molto simile agli esempi austriaci. Lungo le pareti i pannelli decorativi furono inseriti in false cornici a cartiglio, che davano all'insieme un gusto fastoso simile a quello delle opere di Tommaso Fantoni. La facciata fu inseguito completata con nicchie affrescate da Giovanni Battista Moro nel 1926 (Toller, 1969, 91). L'iconografia del bozzetto risale alla vulgata tiepolesca tipica dei gemonesi che interpolavano disinvoltamente Manierismo veneto e il Rococò. La scena della gloria di Santa Margherita è composta secondo la tradizione neo classica ottocentesca e gli schemi dei Nazareni , chiari e semplici da comprendere. Si notano ancora le costruzioni geometriche con il punto di vista posto in alto e i cerchi concentrici su cui disporre i personaggi. Se ne deduce che la composizione fu calcolata per essere vista dalla navata. A l bozzetto si può riferire quanto il gemonese Giuseppe Marchetti scrive su Francesco Barazzutti . Egli eseguì con diligenza e correttezza "lavori a carattere illustrativo e popolare, di facile lettura, di piacevole orchestrazione coloristica, senza presunzioni di alta qualità creativa, che rappresentavano una trascrizione addomesticata e quasi artigianale dei canoni neoclassici ottocenteschi particolarmente apprezzata e gradita in ambienti sacri" (G. Marchetti, 1963, s.p.). Il dipinto circolare era destinato a decorare il catino ribassato del presbiterio e fu fedelmente eseguito. Sotto la figura di Santa Margherita d'Antiochia si nota la coda del drago, simbolo del demonio che le si presentò in carcere. Accanto compare la figura di Michele Arcangelo. Le figure sono spesso ripetitive, ma senza le sgrammaticature anatomiche tipiche dei pittori gemonesi.
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Toller M., Sappada Eventi e uomini, Udine 1969
Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21
Marchetti G., Il nuovo soffitto, in Santuario di Ribis, Reana del Rojale (UD) 1963