Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
Cartellino sul retro: 7
Durante i riti pasquali la processione del Venerdì Santo si snoda sul sagrato del Duomo di Gemona alla luce delle fiaccole. Il corteo passa tra le statue Pense e Maravee per dirigersi verso la porta illuminata del tempio, la cui facciata grigio scuro si indovina attraverso i riflessi rossi dei fuochi riflessi dalle membrature architettoniche. La tavola non è incorniciata.
Il dipinto fa parte di una serie di dipinti ad olio che hanno come oggetto paesaggi e vedute di Gemona. Il bozzetto è datato dal proprietario agli inizi della carriera pittorica di Giuseppe Barazzutti tra il 1922 e 1923, è dunque contemporaneo ai bozzetti montani eseguiti a Sauris di Sopra, in alcuni dei quali, per esempio in case rustiche di Sauris alla luce del tramonto scheda 104978, il pittore si cimentò nella scomposizione divisionista del colore e nella pennellata materica . R. Cargnelutti mette in evidenza " la carica espressiva" dei bozzetti di Sauris con quella del dipinto schedato (Cargnelutti, 1994, 48) Il bozzetto è l'unico notturno a me noto eseguito da pittore e può essere messo in relazione per lo studio delle fiamme con il contemporaneo bozzetto preparatorio del quadro " Pomeriggio festivo" ( scheda 104947). In entrambi i dipinti il Barazzutti è affascinato dalla luce del fuoco sia esso quello delle fiaccole oppure quello del focolare carnico. Il dipinto è di formato ridotto poiché eseguito dal vero in esterno come suggerisce la spontaneità nell'esecuzione e l'uso dei colori. (Merluzzi , 1994, 92) Come osserva Franca Merluzzi ciascun dipinto può essere considerato un'opera autonoma e non rimanda necessariamente a una quadro realizzato. ( Merluzzi, 1994, 92) Il notturno denota invece gli interessi teatrali del Barazzutti che lavorò a lungo per le mascherate gemonesi disegnando carri e maschere. Come scrive R. Cargnelutti, il rito del Venerdì Santo è interpretato come una "festa di colori:rossi, bianchi, gialli, che risaltano maggiormente per contrasto sul nero diffuso della notte, nella quale si intravede, e pare comparire quasi dal nulla, l'austera e suggestiva facciata del duomo gemonese" (Cargnelutti, 1994, 50). Il monumento ispirò anche il manifesto i deato dal Nostro per l'esposizione gemonese del 1931. Il dipinto è stato schedato da Franca Merluzzi in occasione della mostra Un pittore a Sauris . Giuseppe Barazzutti (1890-1940) con il numero 1.120 nella sezione 1 Pittura. Vedute e paesaggi, che comprende paesaggi di Gemona e dei dintorni. Sulle vedute inedite di Gemona scrive F. Merluzzi" tra i molti dipinti inediti si conservano numerose vedute di Gemona, pregevoli per qualità pittorica e rese ancora più suggestive molte si riferiscono a vie e palazzi distrutti dal terremoto, scorci di paesaggio ancora individuabili ma profondamente mutati" (Merluzzi, 2001, 250) Sul retro il cartellino con il numero "7 " in matita si riferisce alla scelta di opere del Barazzutti eseguita da Giovanni Pellis per una mostra che non ebbe mai luogo. Nel 2002 i proprietari hanno concesso in comodato il quadro al Comune di Gemona, che lo ha collocato nel Museo di Palazzo Elti.
Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21