Motivo di Sauris, dipinto, Barazzutti Giuseppe, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
veduta di Sauris di Sopra
Autore
Barazzutti Giuseppe (1890/ 1940)
Cronologia
1922
Misure
cm - altezza 67, larghezza 62.5
Codice scheda
OA_29854
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Collezione privata
Iscrizioni

in basso a destra: Barazzutti/ '22

sul retro a destra, entro il cartellino: Biennale d'Arte Venezia/ Barazzutti G./ Titolo opera Motivo di Sauris/ pre zzo di vendita lire 1000/proprietà l'autore/ Indirizzo Gemona /Udine"

Cartellino sul retro: 82

cartellino sul retro della cornice: XIII Esposizione Internazionale d'Arte/ della città di Venezia/1922

Una casa in ombra in primo piano a sinistra forma una inquadratura fotografica in cui le case del paese disposte lungo il pendio in pieno sole, si accendono di colori squillanti gialli, rossi, arancioni e turchini.

Il dipinto fa parte di una serie di opere realizzate a Sauris negli anni 1920, 1921 e 1922 durante i soggiorni trascorsi in compagnia dell'amico pittore Giovanni Napoleone Pellis. Come scrive Franca Merluzzi (Merluzzi, 1994, 93) i due pittori erano legati da uno stretto rapporto di amicizia e condividevano l'interesse per l'ambiente montano tanto da cimentarsi spesso negli stessi soggetti e nelle stesse inquadrature. Del resto i soggiorni a Sauris, che rimaneva spesso isolata dal resto della Carnia costituivano per Barazzutti l'equivalente della Bretagna o della Polinesia per Gauguin, cioè luoghi dove sperimentare esperienze pittoriche senza i l condizionamento di scuole o di correnti, a contatto con una ambiente geo grafico e umano, semplice e spontaneo. In ambito italiano Barazzutti assimilò attentamente la lezione di Segantini e il suo considerare la montagna anche un ideale di vita, comune non solo agli artisti ma anche ai letterati del primo Novecento. Come sottolinea Franca Merluzzi. (Merluzzi, 1994, 97, 110) il dipinto va m esso in relazione con il disegno schedato al n. 104951 di cui riprende l'inquadratura, ma non la distanza del punto di vista. Le case del paese sono riprese da una veduta dal basso, evidenziata da una casa scorciata posta a sinistra. Essa posta in ombra crea un canale ottico. Rispetto al disegno mancano la presenza umana, il ballatoio è dipinto con uno scorcio diverso dal basso. Vicino al portone d'ingresso si trova una panca, dove quando il clima lo permetteva si potevano consumare i pasti. (Rizzi, 1998, 259) Le case ritratte si trovano sul pendio che sovrasta la piazzetta del paese, prima delle ristrutturazioni del sito. Come osserva Raffaella Cargnelutti il dipinto di grandi dimensioni era stato eseguito per essere esposto alla biennale veneziana del 1922, ma inspiegabilmente non compare nel catalogo dell'esposizione in cui Pellis presentò il Viatico. (Cargnelutti, 1994, 47-49) La studiosa evidenzia la libertà, l'accensione e l'esuberanza cromatica del dipinto, caratteristiche che si ritrovano in numerosi quadri e bozzetti del periodo. Il forte contrasto tra la parte in ombra e in pieno sole evidenzia come gli impasti cromatici stesi a spatola hanno una concretezza materica, i colori puri sono accostati secondo le teorie divisioniste di Segantini, fatte proprie anche da Pellis. (Merluzzi, 1994, 92) Nel dipinto il colore è ricco di suggestioni espressioniste, timbri vivacissimi e dissonanti sono accostati con contorni blu che rimandano alla pittura capesarina di Gino Rossi, Umberto Moggioli, Tullio Garbari probabilmente noti attraverso la mediazione di Pellis. (Damiani, 1988, 13) Secondo la Cargnelutti (1994, 47-48) il dipinto è un'opera equilibrata e moderna sia per il soggetto che per la composizione che inquadra "con un sintetico taglio fotografico una via del paese" con le case caratteristiche .La semplicità del soggetto si abbina a "una tavolozza esuberante, giocata sulle gamme dei grigi e sulle tinte brune della zona d'ombra in primo pian o, sino ad illuminarsi nei radiosi gialli, rossi, arancioni e turchini degli edifici sullo sfondo , in un crescendo cromatico" che rivela l'aderenza all'espressionismo dei fauves. Il dipinto è stato schedato da Franca Merluzzi in occasione della mostra Un pittore a Sauris. Giuseppe Barazzutti con il numero 1.66 nella sezione 1 Pittura. Vedute e paesaggi. Sul retro il cartellino della Biennale 1922 attesta che il dipinto era giunto a Venezia con il titolo Motivo di Sauris e la quotazione di lire 10 00. Il numero 82 posto sul retro si riferisce a una scelta di dipinti operata da Pellis per una mostra di Giuseppe Barazzutti, che non ebbe mai luogo.

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BIBLIOGRAFIA

Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21

Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994

Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994

Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX

Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001

Rizzi M., Dentro le case, in Sauris Zahre Una comunità della Alpi Carniche, Udine 1998

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