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in basso a destra: G. Barazzutti/ 1927
Le case poste all'ingresso di borgo Tredolo sul tracciato della vecchia strada statale emergono dal pianoro innevato su cui si disegna la strada e un crocifisso votivo piantato sulla sinistra. Lo sfondo dei monti è illuminato dal sole che sorge.
Il dipinto fa parte di una serie di opere, comprendente anche disegni e quadri, realizzati a Forni di Sopra e di Sotto durante il soggiorno di Giuseppe Barazzutti a Forni di Sotto durante l'inverno 1927-1928, la serie numericamente più ridotta rispetto a quella di Sauris, non presenta più la tecnica divisionista del colore, che mantiene però il suo spessore materico, come osserva Franca Merluzzi (1994, 93). L'ingegner Nazzareno Candotti afferma che il dipinto raffigura borgo Tredolo e in particolare le case poste all'ingresso sud del paese lungo il vecchio tracciato della strada statale carnica, che passava davanti alla chiesetta votiva di San Rocco. A detta dell'Ingegner Candotti sulla sinistra c'era u n crocifisso votivo, che adesso non esiste più. L'identificazione del luogo è confermata dall'esame delle fotografie d'epoca, contemporanee al dipinto, del fondo Brisighelli che rappresentano il vecchio ingresso del paese da sud (Polo, 1990, 13). L'aspetto dei luoghi è stato radicalmente cambiato dall'incendio appiccato dai tedeschi nel 1944 ed è riconoscibile sol o la chiostra dei monti con il gruppo del Pramaggiore e le cime dei Monfalconi di Forni a destra. Nel catalogo della mostra di Sauris Raffaella Cargnelutti sottolinea le somiglianze del dipinto di Barazzutti con quello di Giovanni Pellis intitolato Nevicata a Sauris. La studiosa sottolinea come le inquadrature e il soggetto siano identici e ragionevolmente afferma che il dipinto di Pellis Nevicata a Sauris, datato al 1940, fu invece realizzato a Forni di Sotto e " per consonanza stilistica e formale" può essere retrodatato al 1927, quando il Pellis soggiornò a Forni insieme a Giuseppe Barazzutti (Cargnelutti, 1994, 53). L'opera schedata si inserisce dunque nelle numerose vedute del paese carnico in cui il Barazzutti dà ampio risalto alle superfici innevate poste i n primo piano in cui solitari crocifissi e sentieri scavati nella neve con feriscono profondità all'immagine con espedienti mutuati dai contemporanei fotografi della montagna dal Brisighelli, al Pignat a Giovanni Piazza. L'illuminazione delle montagne conferma come il Barazzutti abbia studiato la luce dell'alba, che non ha ancora raggiunto la valle e produce ombre azzurre e violacee sui cumuli di neve. Franca Merluzzi ha schedato l'opera nel catalogo della mostra di sauris con il numero 1.74 nell'inventario delle opere relative alla sezione 1 Pittura. Vedute e paesaggi. Nell'inventario di Silvano Crapiz l'opera reca il n. 88.
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001
Damiani L./ Brunello Zanitti E./ Cabrini P., Giovanni Napoleone Pellis 1888-1962, Udine 1988