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La critica è concorde nell'assegnare quest'opera a Martino da Udine, meglio noto come Pellegrino da San Daniele, figlio dell'artista di origine dalmata Battista Schiavone. Dai quaderni dei camerari del duomo di Gemona si apprende che nel 1493 eseguì alcune opere, forse gli affreschi della cupola da tempo scomparsi. A San Daniele eseguì un vasto ciclo ad affresco nella chiesa di Sant'Antonio abate, portato a compimento nell'arco di circa venticinque anni (1498 - 1522). Vari documenti d'archivio attestano la sua permanenza a Ferrara, dal 1504 al 1513, alla corte degli Estensi. Durante le interruzioni del soggiorno ferrarese fece ritorno in Friuli ed eseguì alcune opere tra le quali, si ipotizza, anche la pala di Gemona, comunemente detta di San Giuseppe. Questa, per le evidenti affinità stilistiche viene posta in relazione con la Sacra Famiglia conservata nel Museo di Belle Arti di Strasburgo, dipinto su tela di minori dimensioni (cm 69 x 53) con figure a mezzo busto su uno sfondo di architetture in rovina. Il confronto ravvicinato tra queste due opere, in occasione della mostra dedicata a Pellegrino, tenutasi nel 1999 a San Daniele, conferma le evidenti corrispondenze tra i due dipinti.
Pellegrino da San Daniele, Pellegrino da San Daniele (1467-1547), Udine 2000
Pordenone Gemona, Pordenone Gemona. Dalla Serenissima agli Asburgo. L'antica strada verso l'Austria: studi e ricerche, Treviso 1997
Tempestini A., Martino da Udine detto Pellegrino da San Daniele, Udine 1979