Nel bassorilievo si alternano le parti dorate lucide, ad ago, e in rilievo.Nella parte inferiore, ciuffi d'erba e asperità del terreno sono resi con diversi tipi di lavorazione.
Questa oreficeria, assieme a quella raffigurante la Crocifissione di Cristo, furono rinvenute da Silvano Crapiz in un armadio, collocato nella stanza del sindaco, nel Palazzo Boton a Gemona, assieme ad alcune monete romane e altre curiosità di interesse locale. Appartengono probabilmente a uno dei lasciti, volti ad arricchire le collezioni comunali e finalizzati alla costituzione del museo civico, di cui Valentino Baldissera, all'inizio di questo secolo, fu uno dei promotori. S. CRAPIZ (1971) individua i due bassorilievi come stazioni di Via Crucis e li assegna ad arte tedesca del XVII secolo ( o fine XVI). P. GOI (1992, p. 429) presenta un confronto puntuale tra quest'opera e una placchetta, assegnata a bottega augustana, ora a Santa Barbara (California). Lo studioso ritiene tuttavia che "il maggior peso attribuito alla notazione d'ambiente, la fluidità e il pittoricismo del modellato e certa sommarietà del tratto" inducano a cercare l'esecutore nella cerchia di Girolamo Campagna (1549-1624/1625), il quale effettuo' nel 1574 un viaggio ad Augsburg. P. GOI (1992, p. 182) coglie l'occasione per evidenziare il ruolo e l'importanza di Venezia nel settore dell'oreficeria. In tale periodo e' la Dominante "a dettare legge" per l'alto numero d addetti, le caratteristiche stilistiche, la capacita' di mediazione tra le presenze di orafi toscani, lombardi e tedeschi. Motivi augustani circolavano in laguna attraverso la colonia degli orafi tedeschi che tenevano bottega a Rialto. Alla luce di queste considerazioni rimane aperto il problema della provenienza delle due opere e della derivazione dei modelli da cui sono tratte. E' probabile che per le ridotte dimensioni i due preziosi bassorilievi fossero esposti in un ambiente ristretto, forse una cappella gentilizia. Tra i nobili gemonesi erano gli gli Elti che disponevano di un sacello, costruito nel 1688, riservato alla famiglia di antiche origini tedesche.
Goi P., Saggi. Schede, in Ori e tesori d'Europa. Mille anni di oreficeria nel Friuli-Venezia Giulia, Milano 1992
Merluzzi F., Schede, in E vennero d'Austria e di Germania. Opere e artisti d'Oltralpe a Gemona (1400-1800), Tavagnacco (UD) 1995