dipinto, ambito carinziano, XVI

Oggetto
dipinto
Soggetto
presentazione di Gesù al tempio
Ambito culturale
ambito carinziano
Misure
cm - altezza 45, larghezza 27.5
Codice scheda
OA_27791
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Palazzo Elti
Museo civico di Gemona

La Vergine tende il Bambino avvolto in fasce al vecchio sacerdote Simeone le cui mani sono avvolte nel velo omerale. Ai piedi dell'altare una fanciulla con turbante reca la gabbia con due colombe; sulla destra una figura maschile con manto rosso e copricapo nero e, contornato dall'aureola, il volto della sacerdotessa Anna. Chiude la scena un'architettura ad emiciclo con cinque esili colonne e lampadario pendente al centro. Lumeggiature filiformi bianche, stese a punta di pennello, mettono in risalto alcuni particolari: i peli delle barbe, le pieghe del velo e del soggolo delle figure femminili, le scanalature delle colonne. Un filo dorato corre lungo gli orli della veste del sacerdote.

Nell'elenco di G. BROLLO (1907) e' menzionata "La Circoncisione stile 400 dipinto su tavola" e una "Natività di G. Cristo". La riproduzione fotografica di entrambe le opere fu pubblicata da G. BRAGATO (1913, p. 82). Le due tavolette furono attribuite, seppure dubitativamente, da BERENSON (1 958, p.86) al pittore friulano Gian Francesco da Tolmezzo (1450 ca.-1510 ca.). La Natività non figura nell'elenco dei quadri di proprietà comunale del 1967, scomparsa -come rileva S. CRAPIZ (1971)- in data imprecisata. Sul retro di questo dipinto sono ancora visibili alcune tracce di colore in cui si individuano i nimbi di sei o sette santi e sulla dx il volto di un santo giovinetto. Se si ipotizza -scrive BUSHART (1984)- che anche sul retro della tavoletta andata perduta fosse raffigurato lo stesso numero di santi, si potrebbe allora dedurre che sulla faccia interna fossero raffigurati i 14 santi soccorritori. Il Bushart ravvisa quindi la presenza in quest'opera di caratteri stilistici riconducibili all'arte bavaro-austriaca della cosiddetta Scuola danubiana e propone una datazione intorno al 151 0-1520. I rapporti con quest'ultima scuola si riconoscono ancor più chiaramente -precisa il Bushart- nella perduta Natività. La composizione ripete uno schema figurativo ben noto -continua lo studioso tedesco- nell'ambito della Scuola danubiana e che si rifa' in definitiva alle incisioni di Albrecht Durer. "La chiusura a tutto tondo della perduta Natività di Cristo e la prospettiva dal basso della Presentazione al tempio, ci autorizzano a concludere -afferma Bushart- che le due tavolette abbiano formato l o sportello sinistro di un trittico nel cui sportello di destra erano raffigurati altri due temi riguardanti la Madonna. Per L. BROS (1988, p.102) l'opera pare lontana dalla produzione di Gian Francesco da Tolmezzo il quale dipinse figure più massicce e realistiche nei tratti fisionomici e nell'impostazione. Anche I. LUBBEKE (1986) esclude l'attribuzione a Gian Francesco da Tolmezzo poiché questi si oriento' maggiormente verso il Mantegna. Circoscrive al la Carinzia l'ambito in cui ricercare l'autore e propone il confronto tra la Natività perduta e quella di Friesach-Petersberg (Carinzia), pannello centrale di un Flugelaltar datato 1525. Tempestini (1995, p. 114) concorda con tale attribuzione.

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BIBLIOGRAFIA

Merluzzi F., Schede, in E vennero d'Austria e di Germania. Opere e artisti d'Oltralpe a Gemona (1400-1800), Tavagnacco (UD) 1995