in basso a destra: E. Sambo
Ritratto di signora vestita alla moda, seduta di tre quarti e ripresa quasi a figura intera, contro uno sfondo neutro. Indossa un abito bianco, uno scialle azzurro chiaro, cintura e cappello di paglia con nastro blu scuro. I capelli sono acconciati alla moda.
E' una delle prime opere note di Edgardo Sambo che egli si accinse a realizzare, poco più che ventenne, quando ancora non si era spinto sino a Vienna e Monaco di Baviera per consolidare la sua prima formazione. Nato a Trieste nel 1882 dal proprietario di un ben avviato stabilimento tipografico, Sambo aveva intrapreso la via dell'arte nella stessa città natale, presso un artista che dovette certamente avere una parte nell'avviarlo ad una formazione di stampo europeo: Giovanni Zangrando. Quest'ultimo infatti dopo aver addirittura completato l'intero ciclo di studi all'Accademia di Venezia, aveva perfezionato il suo apprendistato all'Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera con il prof. Nicolaus Gysis. Ed è proprio a Monaco che anche Sambo, dopo vari spostamenti che lo vedono muoversi tra le migliori istituzioni formative di Venezia e Vienna completerà definitivamente il suo tirocinio formativo con il prof. Carl Marr. L'opera in questione rivela in maniera palese l'ascendenza esercitata sul giovane dall'ormai affermato maestro triestino che mostra di avergli trasmesso in forma mediata la lezione realista del Leibl-Kreis nell'istantanea e obiettiva resa del vero e nella spontaneità emotiva con cui il soggetto viene indagato sulla tela. Questa lezione mostra tuttavia di declinare timidamente già verso una pittura di matrice impressionista nella pennellata rapida e sferzante che, densa di colore, non sfalda la forma, ma la costruisce con pochi tocchi volumetrici. Alla scuola di Monaco riportano ancora le gamme cromatiche, prive della forza di luce conseguita dalla pittura francese mediante l'accostamento dei toni complementari, mentre più probabilmente viene dall'ascendenza esercitata sul giovane artista ancora in formazione da Zangrando la scelta del soggetto femminile mondano e aggraziato che fu sempre caro alla produzione pittorica del maestro. La giovane donna raffigurata sulla tela appare accuratamente vestita alla moda in un candido abito bianco da giorno con uno scialle azzurro adagiato sulle spalle e un grazioso cappellino di paglia sul capo. Seduta su una sedia di vimini e giustapposta di tre quarti contro uno sfondo neutro e luminoso, ella appare pensierosa con lo sguardo, reso intenso dai magnetici occhi scuri, sospeso nel vuoto. Si presentano qui alcune delle prerogative che caratterizzeranno l'opera futura di Sambo, l'attenzione per l'analisi psicologica del soggetto, il gusto narrativo per i dettagli alla moda di acconciature e vestiti, la passione per il ritratto, genere praticatissimo nel corso di un'intera carriera pittorica. Senz'altro da questo punto di vista quest'opera può considerarsi un punto di riferimento a posteriori per il confronto tra quella che è stata la partenza artistica del pittore e quella che è andata poi configurandosi come la sua successiva sperimentazione pittorica insieme alle contaminazioni culturali che l'hanno in qualche modo determinata.
Cataldi A.T., Edgardo Sambo, Trieste 1999, 1
Fasolato P., Donazione Sambo, Trieste 1989, maggio