Grovigli segnici ed una sapiente stesura del colore sono le componenti di questo dipinto dai cromatismi tenui e delicati.
Il dipinto appartiene al ciclo dedicato alla danza che impegnò l'artista nell'arco degli anni Settanta. Fu proprio con un'opera di questo ciclo che egli ottenne, nel 1981, un premio alla Kunstmesse di Basilea. La danza ha rappresentato per Antoni l'occasione per compiere una ricerca intorno alla figura umana e al suo movimento nello spazio con un linguaggio carico di segni allusivi e metaforici, autonomo e riconoscibile negli anni, molto attento alla tradizione ma anche sensibile e aperto alle innovazioni. La sapienza tecnica è, inoltre, una delle caratteristiche peculiari e personalissime del maestro, attraverso lui, secondo lo studioso Martelli, "segno, materia e colore si sommano in una simbiosi sempre equilibrata".
Martelli C., Dizionario degli artisti di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria e della Dalmazia, Trieste 1996