in alto a destra: nane zavagno 64
La superifcie pittorica è movimentata da rilievi ottenuti attraverso l'uso di materiali come catrame, impasti sabbiosi, pezzi di stoffa, carta e stagnola.
Appartiene a una serie di opere realizzate nei primi anni Sessanta, che l'artista stesso definisce "di transizione" perchè segnano il passaggio verso la lastra metallica quale materiale costitutivo dell'opera stessa. In questi anni Zavagno si avvia verso quella fase costruttiva che lo porta alla trama vibrante degli "Allumini", alle flessuose "Strutture modulari", ai bianchi "Rosoni" di ciottoli di fiume. Verso la metà degli anni Settanta Zavagno ritorna alla pittura spinto dalla necessità di riacquistare libertà espressiva, di spaziare con il colore sulla tela. La riconquista del gesto pittorico nelle tele informali coincide anche con una nuova verifica del lavoro plastico. Alla fine degli anni Ottanta le sculture tendono alla rilevanza monumentale, attraverso pieni o vuoti, come nelle leggere e trasparenti opere realizzate con la rete metallica.
Opere collezione, Opere dalla collezione regionale. Dipinti di autori contemporanei, Trieste 1999
Nane Zavagno, Nane Zavagno. Opere 1950-2002. Cinquant'anni di attività artistica, Torino 2002
Nane Zavagno, Nane Zavagno. Cancellare il tempo, Gorizia 1996
Bertani A., Il ritrovato piacere della pittura, in Nane Zavagno. Dipinti e disegni, Fagagna (UD) 1989
Barletta R., Nane Zavagno: un artista "spiralico", in Nane Zavagno, Maniago (PN) 1989
Pauletto G., Natura e arte, in Nane Zavagno, Pordenone 1987