Ritratto di Henriette Springer Hofer, dipinto, ambito austriaco

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di donna: Henriette Springer Hofer
Ambito culturale
ambito austriaco
Cronologia
1834
Misure
cm - altezza 79, larghezza 63.5
Codice scheda
OA_22051
Collocazione
Gorizia (GO)
Musei Provinciali di Borgo Castello
Musei Provinciali. Museo della moda e delle arti applicate
Iscrizioni

Il ritratto raffigura Henriette Springer Hofer con alle spalle un paesaggio romantico: un rudere su un isolotto in mezzo al mare con il cielo tempestoso. La giovane donna indossa un abito bianco con la scollatura fino sotto le spalle e le maniche molto ampie. In vita una cintura con fili dorati. Intorno alle spalle uno scialle rosso vivo e in mano un libro. I capelli divisi al centro da una riga, raccolti sopra la nuca da uno chignon ricadano ai lati in boccoli. Alcuni fili di perle completano l'acconciatura. Al petto è appuntata una spilla d'oro. Tre anelli: due alla mano destra di cui uno con una pietra, uno sulla mano sinistra a fascetta. Con la mano destra sostiene un libro aperto, che è appoggiato di taglio in grembo.

Il dipinto è stato ceduto all’Amministrazione Provinciale goriziana a Trieste da parte di Magda Springer, discendente dell’effigiata. Henriette Hofer, moglie di Gottlieb Friedrich Franz Springer, il cui ritratto in pendant giunse nel dicembre 1966 presso i Musei Provinciali di Gorizia nella medesima occasione (inv. 381/06), è immortalata fino alle ginocchia, seduta, mentre trattiene con la mano destra un libro aperto adagiato sul grembo. Al candore dell’abito bianco scollato, caratterizzato dalle ampie maniche a sbuffo di mussola, impreziosito da una spilla al centro della scollatura e da una ricca cintura a cordone intrecciato, fa contrasto il vermiglio scialle in broccato scivolato dalle spalle. Insieme alla pettinatura castana, caratterizzata da boccoli che si avvitano sulle tempie minutamente descritti e alla sottile collana di perle che cinge la giovane testa, tutto rimanda a quel gusto Biedermeier maturo imperante nei domini asburgici ancora durante il quarto decennio del XIX secolo. L’olio, infatti, venne realizzato nel 1834, data leggibile sul dorso del Freundliche Erinnerenug das Jahar, 1832, volume rilegato in marocchino e oro che forse potrebbe aver avuto qualche legame con la dama dallo sguardo malinconico. La figura appare immersa in una dimensione dai toni intimistici, particolarmente accentuati dalle fosche tinte del paesaggio marino retrostante, sovrastato da un plumbeo cielo carico di nubi e arricchito da una torre merlata che domina un piccolo promontorio e che si specchia nell’acqua. «Ne risulta un dipinto dagli equilibri contrastanti e per questa ragione “accademicamente” romantico; la figura emerge dai prorompenti toni dei rossi e dei bianchi lasciando alle spalle le tinte fredde, i grigi, i giallo-verdi acidi dell’apertura paesaggistica in cui si dispiega la dimensione pittoresca quale proiezione di una fantasia letteraria appena subita dalla lettura» (MAGANI 1995, p. 158). A più riprese la tela è stata inserita e tolta nel catalogo di Giuseppe Tominz dagli studi del secolo scorso. Remigio Marini, in occasione della mostra di Trieste del 1950 dedicata al pittore, pensò alla mano di un «viennese del quarto decennio», attribuendo però al Goriziano il pendant. Invece, nel catalogo di quella del ’66 di Gorizia, vi entrò, rimanendovi fintanto che Sergio Tavano (1983) ipotizzò la paternità del pittore viennese Friedrich von Amerling; infine, Fabrizio Magani, in occasione dell’esposizione del 1995, confrontando il ritratto con altri dipinti coevi del maestro e riscontrando delle lontane «suggestioni filtrate dalle elaborazioni preziose di Ingres e dal paesaggismo della “ Scuola di Monaco”, in cui si distingue la maniera pittorica di Carl Rottmann», suggerisce possa trattarsi di un artista «probabilmente di origine austriaca formatosi a Roma, forse nel contesto dello stesso Tominz». A ben guardare, comunque, soprattutto considerando alcune caratteristiche proprie del ritratto del marito, inequivocabilmente della medesima mano, non vanno tralasciate determinate influenze anche della pittura accademica di matrice veneziana che faceva capo a Lodovico Lipparini, ma che, comunque, non bastano a dare un nome certo all’autore. (DE FEO 2007, p. 80)

BIBLIOGRAFIA

De Feo R., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Ottocento frontiera, Ottocento di frontiera. Gorizia 1780-1850. Arte e cultura, Milano 1995

Trouver Trieste, Trouver Trieste. Manifestations sur la ville de Trieste, Milano 1985

Tavano S., Con Venezia e con Vienna. L'arte a Gorizia (1740-1914), in Venezia Vienna. Il mito della cultura veneziana nell'Europa asburgica, Milano 1983

Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1980

Jožef Tominc, Jožef Tominc, Lubiana 1967

Mostra Giuseppe Tominz, Mostra di Giuseppe Tominz, Gorizia 1966

Zovatto P. L., Il pittore Giuseppe Tominz, in Emporium, Bergamo 1950, n. 672