in basso a destra: F. PITTINO/ 88
L'artista dipinse appassionatamente, con ostinazione e difficoltà, anche dopo la malattia che lo colpì nel febbraio del 1988, pochi mesi prima dell'antologica di Villa Manin di Passariano (12 giugno-3 luglio 1988), curata da Aldo Rizzi. In questo dipinto, realizzato in autunno la stesura non è uniforme ma frammentata con riprese dei toni, mescolanze, ombreggiature insistenti; ritrova il tocco sapiente nel particolare della coppia di lumi sulla sinistra.
L'esecuzione di una natura morta prevedeva sempre da parte dell'artista un lavoro accurato di preparazione, di studio delle luci e dell'ambientazione, di accostamento degli oggetti. Lo sfondo, i cui colori preferiti erano il rosa e l'azzurro, rivestiva particolare importanza: la luce si fa tutt' uno con la materia cromatica. Oltre alle nature morte vere e proprie, nelle composizioni inseriva oggetti d'uso quotidiano e spesso bricchi, oggetti in rame, stadere, "anticaglie" - come lui stesso le defìnì - ricordi di famiglia provenienti dall'Austria, "reperti" etnografici che a volte fanno riferimento alla tradizione friulana, come l'arcolaio e la zangola presenti in questo dipinto. Il barattolo azzurro con il coperchio sollevato non costituisce un riferimento alla pop art - dalle nuove tendenze Pittino si tenne sempre lontano- ma una ripresa del tema con il quale nel 1955 costruì la natura morta "monotematica" intitolata Barattoli. Anche l'Allegra massaia del 1950 (cfr. RIZZI 1988, tav. n. 56, p. 89), vivacissima figura femminile colta nel gesto di tenere sollevato con la mano grassoccia il lembo del grembiale pieno di verdure, regge appoggiandolo al seno un bel barattolo col coperchio zigrinato rialzato. Lo sfondo, i cui colori preferiti erano il rosa e l'azzurro, rivestiva par ticolare importanza: la luce si fa tutt'uno con la materia cromatica e "imprime un nuovo dinamismo alla composizione, dove aggettano verso lo sguard o del fruitore vibrazioni e scatti organizzati in armonica intesi figurale " (SANTESE 1998). Il lume a petrolio e la lanterna regalatagli dal pittore carnico Arturo Cussigh (19 11-1990), erano già presenti, pur con un'ambientazione più complessa, nel dipinto del 1971 "Personaggi nello studio" (cfr. BORGHESE 1972, fig. 59, p . 139). L'esecuzione di una natura morta prevedeva sempre da parte dell'artista un lavoro accurato di preparazione, di studio delle luci e dell'ambientazion e, di accostamento degli oggetti "pretesto per immagini affidate a una fel ice pennellata che crea atmosfere tonali nei termini di una pittura istint uale di immediata effusione lirica" (REALE 1987, p. 272).
Opere collezione, Opere dalla collezione regionale. Dipinti di autori contemporanei, Trieste 1999
Santese E., L'amore per la terra natale nella pittura di Fred Pittino, in Fred Pittino. Un protagonista dell'arte del Novecento, dal periodo milanese agli anni Settanta, Majano (UD) 1998
Fred Pittino, Fred Pittino. Un protagonista dell'arte del Novecento, dal periodo milanese agli anni Settanta, Majano (UD) 1998
Fred Pittino, Fred Pittino, Codroipo (UD) 1988
Reale I., Il contesto friulano. Fred Pittino, in Dino, Mirko, Afro Basaldella, Milano 1987
Borgese L., Fred Pittino, Milano 1972