In un interno dal pavimento sconnesso, definito sullo sfondo da due colonne, san Giusppe è raffigurato disteso in un giaciglio. Accanto a lui appare Cristo, che lo benedice con un ampio gesto della mano destra, mentre ai piedi del letto la Vergine siede su uno sgabello con le mani strette l'una nell'altra. A terra, a sinistra, restano un baule e gli attrezzi da falegname. In alto, fra nuvole dense irradiate da un raggio di luce divina, cala una moltitudine di angioletti e cherubini, uno dei quali reca un giglio bianco.
Giuseppe è disteso su un letto costituito da due bassi cavalletti, come era in uso nelle famiglie povere della Carnia. Secondo monsignor Franco Quai (1975), che attribuiva l'opera al paularino Giovanni Francesco Pellizzotti, questo dipinto costituiva probabilmente una pala d'altare in una chiesa di Paularo. L'opera non figura nel corpus del Pellizzotti recentemente ricostruito dagli studi (cfr. Pugnetti, 2006, pp. 432-479).
Pugnetti G., Schede, in Mistrùts. Piccoli maestri del Settecento carnico, Udine 2006