Rebecca è raffigurata presso il pozzo mentre ascolta le parole che Eliezer le rivolge; accanto a lei figura un'anfora utilizzata per attingere l'acqua per dissetare i cammelli, rappresentati in riposo, accuditi da due uomini, in secondo piano. Sullo sfondo alcuni edifici e un paesaggio collinare.
L'attribuzione di quest'opera e di altri tre dipinti - Loth e le figlie, Il ritrovamento di Mosè e Mosè salvato dalle acque - parimenti conservati al Museo carnico (inv. nn. 1979, 1981-1982, cfr. OA 17666 - NTCN 00154571, OA 17664 - NTCN 00154569, OA 17667 - NTCN 00154572), si deve ad Aldo Rizzi (1963). Nel 1975, Franco Quai ascriveva dubitativamente quest'opera allo Schiavi (cfr. scheda cartacea OA 8374). Secondo Giuliana Pugnetti, Rebecca al pozzo e Loth e le figlie "sono collocabili prima del 1765; infatti è ancora riscontrabile lo stile grassiano in tutte le tre tele. Forti sono infatti le analogie presenti tra le due tele dipinte dallo Schiavi [...] e le corrispondenti opere del Grassi conservate, rispettivamente, presso i Civici Musei di Udine e il Museo di Ascoli Piceno" (cfr. Pugnetti, 2003, p. 85).
Pugnetti G., Schede, in Mistrùts. Piccoli maestri del Settecento carnico, Udine 2006
Cargnelutti R., Appunti per una storia del ritratto pittorico in Carnia. Opere dal XVI al XVIII secolo, in Nicola Grassi Ritrattista, Tolmezzo (UD) 2005
Pugnetti G., Antonio Schiavi, pittore carnico, in Udine. Bollettino delle Civiche Istituzioni Culturali, Udine 2003, n. 7-8, 2001-2002, s. III
Prima Mostra, Prima Mostra del Restauro, Udine 1963