Una scenografica quadratura con volute, elementi vegetali e figure simili ad arpie, delimita lo spazio in cui trova luogo la scena dell'incontro tra Labano, Rachele e Giacobbe. In primo piano siede a Rachele col busto e la testa rivolti a Labano, il quale chinandosi verso la donna porta la gamba destra avanti e assume con le mani un atteggiamento di dialogo. Dietro all'anziano uomo, uno più giovane osserva la scena: si tratta di Giacobbe, qui raffigurato con un curioso copricapo a doppia punta. Accanto alla donna siede il figlio Giuseppe, mentre alle sue spalle si mostra un folto numero di personaggi che componevano la carovana di Giacobbe. In primo piano si riconosce Lia con l'anfora, appena dietro a destra la schiava Zilpa, uno dei fratelli di Labano e i figli di Giacobbe. Alle spalle di questo gruppo familiare scende un drappo che crea quasi l'impressione di una quinta teatrale. Sullo sfondo si vedono i cammelli che accompagnavano la carovana. Sul lato opposto la scena appare meno affollata: si riconosce Bila, la schiava di Rachele, coi figli Dan e Neftali. Appena dietro, ma in netta evidenza, vediamo Giuda appoggiato ad un bue.
In questo affresco la critica ha più volte sottolineato l'evidenza del debito artistico di Tiepolo nei confronti di Veronese, elemento ravvisabile nell'impostazione scenica e nell'impianto teatrale dato alla composizione stessa. La tradizione critica vuole che nella raffigurazione dei protagonisti della scena Tiepolo abbia ritratto i propri familiari: la moglie Cecilia avrebbe assunto le vesti di Rachele, il piccolo Giandomenico quelle di Giuseppe e lui stesso quelle di Giacobbe.