Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
Attribuito inizialmente allo Strozzi, il dipinto, per la pennellata corposa, per gli accostamenti cromatici piuttosto vivaci, potrebbe entrare a far parte del catalogo di uno dei protagonisti della grande stagione del barocco genovese: Giovanni Battista Carlone. Figlio secondogenito dello scultore Taddeo e fratello di Giovanni, maggiore di una ventina d'anni, Giovanni Battista si formò all'interno della bottega familiare, pur con periodi di apprendistato a Roma e a Firenze. Attivo per lo più come frescante, è più raro incontrarlo nelle opere da cavalletto che, comunque, hanno spesso (e come in questo caso) dimensioni notevoli.
Peron M., Museo del Territorio, museo della comunità, in San Denêl, Udine 2004, II
collezioni Museo, Le collezioni del Museo del Territorio. Inventario ragionato dei beni archeologici, storico-artistici, etnografici, San Daniele del Friuli (UD) 1996
Pittura '600, La pittura del '600 a Genova, Milano 1988
Pesenti F.R., La pittura in Liguria. Artisti del primo Seicento, Genova 1978