al centro, sotto la scultura della Madonna: Donatus Bagatinus MDLVII
La struttura architettonica, intagliata e dorata, è composta da nicchie ad arco trilobo sormontate da conchiglie e divise da esili colonne traforate. Si sviluppa orizzontalmente su due piani e il superiore culmina con pinnacoli e foglie. Gli scomparti più ampi sono quelli centrali, occupati in alto dal Cristo in Pietà e in basso dalla Madonna col Bambino. Le altre nicchie ospitano in alto sei Santi a mezzo busto, nel piano inferiore altrettanti a figura intera.
Lo Joppi (1885) pubblica la convenzione del 1441 tra i rappresentanti del Comune e della pieve di San Daniele da un lato e il pittore Michele di Giovanni Bono e lo scultore Paolo di Amedeo, entrambi di Venezia, per l'esecuzione di un'ancona. L'identificazione del polittico esistente con quello citato nel documento reso noto dallo Joppi risulta essere poco sostenibile innanzitutto, come ha sostenuto Tiziana Franco, per le dimensioni dell'insieme e per disposizione, identità e numero dei santi rappresentati (Franco 1998). Inoltre, scrive la studiosa, "sembra inoltre singolare che l'immagine di San Michele, prevista in posizione centrale, come si conveniva per la dedicazione della chiesa, fosse poi realizzata in posizione laterale". Già il Marchetti (1955) dubitò che il polittico fosse di mano dei veneziani Giambono e Paolo di Amedeo e ipotizzò la mano di un imitatore friulano. Sembra più probabile, coniderato lo stile e la raffinata tecnica esecutiva, che si tratti di un'opera realizzata in ambito veneziano. Il Mutinelli (1958-1968) la ritenne opera di autore ignoto operante nell'ambito dei Vivarini e della loro bottega, attivo verso la metà del XV secolo. Questa ipotesi fu accolta da Bergamini, da Gioseffi e da Wolters. Il Land (1981), invece, ritenne che la pala d'altare dovesse essere composta da figure scolpite nel primo ordine, da pannelli dipinti nel secondo e da un ulteriore dipinto raffigurante lo Spirito Santo circondato da angeli e profeti scolpiti nel pinnacolo. Inoltre, il Land ipotizzò che il San Michele arcangelo della collezione Berenson a Settignano costituirebbe la tavola centrale della Pala sandanielese. Il Rizzi (1979 e 1983) pur riconoscendo la scarsa corrispondenza tra il documento pubblicato dallo Joppi attribuì, seppur con riserva, la pala lignea al Giambono e a Paolo d'Amadeo, datandola verso il 1445 (l'iscrizione sotto la Madonna potrebbe fare riferimento ad un restauro) e ipotizzando che le varianti fossero state eseguite in accordo con i committenti.
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Rizzi A., Mostra della scultura lignea in Friuli, Udine 1983
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Arte sacra, Arte sacra a San Daniele del Friuli tra XV e XVI secolo, San Daniele del Friuli (UD) 1979
Arte sacra, Arte sacra a San Daniele del Friuli tra XV e XVI secolo, San Daniele del Friuli (UD) 1979
Land N.E., Michele Giambono's "Coronation of the Virgin" for S. Agnese in Venice. A new proposal, in The Burlingrton Magazine, 1977, CXIX
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Joppi V., Di alcune opere d'arte in San Daniele del Friuli. Inediti documentati raccolti e pubblicati da V. Joppi, Udine 1885
Pellegrino da San Daniele, Pellegrino da San Daniele (1467-1547), Udine 2000