Nell'affresco, delimitato da un'incorniciatura composta da due fasce - rossa l'esterna, bianca l'interna -, è raffigurata una teoria di santi stanti: apre la serie sulla sinistra sant'Antonio da Padova recante nella mano destra il giglio e nell'altra un libro aperto; seguono santa Caterina d'Alessandria (anche identificata con Permerina) con la corona sul capo e la ruota e la palma del martirio in mano; una santa coronata, da taluni identificata con Orsola, recante la palma e un libro aperto; una quarta figura ammantata in larga parte perduta presso la quale è inginocchiata una figura di devoto o devota.
L'affresco, che proveniente dall'oratorio di Santa Maria in Valle, donde fu staccato nel 1961 per essere restaurato l'anno successivo da Mario Botter e figlio, va assegnato ad un maestro friulano inserito nella cultura figurativa genericamente indicata come "previtalesca" del secondo quarto del Trecento (Iordan 1999).
Iordan E., Produzione artistica a Cividale in età gotica (1251-1420), in Cividât, Udine 1999
Mattaloni C., Cividale del Friuli. Guida storico artistica. Guida al Museo Archelologico Nazionale., Udine 1993
Bergamini G., Cividale del Friuli. L'arte, Udine 1977
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Cecchelli C., Cividale, in I monumenti del Friuli dal sec. IV all'XI, Milano-Roma 1943, I
Santangelo A., Catalogo delle cose d'arte e d'antichità d'Italia. Cividale, Roma 1936