Struttura laminare in acciaio anodico di forma quadrata costituito da una scacchiera regolare di 196 sottili piastre, 14 per ciascun lato. Ognuna di queste lamelle è rialzata su due angoli, tra loro diametralmente opposti (soltanto le lamelle perimetrali, per ragioni compositive, sono rialzate in un unico angolo). La disposizione di questi rialzi è tale da creare un ritmo alternato di protusioni a forma di croce.
Nane Zavagne dopo un periodo legato alla pittura informale, agli inizi degli anni Sessanta improntò la sua ricerca verso un’astrazione geometrica di stampo costruttivista. Scelse come materiale di indagine l’allumino anodizzato che gli permetteva interessanti effetti illuministici. Questo percorso nella prima metà del decennio lo portò a effetti optical del metallo e nella seconda metà all’impiego di lamine estroflesse. A questa fase appartiene “Struttura modulare della luce” nella quale Zavagno, grazie all’effetto delle lamelle rialzate, conferisce alla sua opera il ruolo di indagare i particolari effetti chiaroscurali dell’incidenza della luce sulla superficie metallica. Questi lavori se da un lato sono il risultato della modificazione della materia attraverso la ripetizione di un modulo compositivo, dall’altra sono il frutto degli effetti vibratili della superficie come propugnava l’Arte programmata.
Gastaldon G., Nane Zavagno, in Casa Cavazzini - Le collezioni del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Udine, Udine 2018
Gransinigh V., Casa Cavazzini. Guida al museo d'arte contemporanea, Udine 2017