in basso al centro: Adriano Visintin
Cilindro in ferro arrugginito che termina in due sagome di volti: uno femminile e l'altro maschile. Le due figure si sviluppano nella metà superiore del cilindro che perde la sua superficie compatta per descrivere i profili dei soggetti.
L'opera è stata ideata per l'Associazione durante le manifestazioni "Avostanis" del 1994. Lo scultore Adriano Visintin nel corso della sua attività ha sperimentato diversi materiali: marmi di varia provenienza, essenze di legni anche rari e metalli tra cui il bronzo a fusione. Tale ricerca è connaturata allo studio di forme astratte ed essenziali dalle superfici lisce che hanno condotto la critica a individuare quali fonti della scultura di Visintin: Brancusi, Moore, Arp e Viani. La materia scelta esplica una funzione espressiva: nelle opere in metallo dove utilizza un foglio di lamiera, come in questo caso, egli ritaglia i profili dei soggetti lasciando i bordi vivi. I volti e i busti delle figure, tema particolarmente caro allo scultore, sono descritti di profilo come fossero ombre proiettate su una parete rendendo evidente il gioco tra il pieno del piano metallico e il vuoto in cui si stagliano le linee sintetiche delle forme.
Damiani L., Adriano Visintin. La scultura immagine del giardino alle origini, in La Panarie, Udine 2002, a. XXXV, n. 132, marzo
Nuove contaminazioni, Nuove contaminazioni. Architettura, arte, design, fotografia, museo, città, territorio, Pordenone 1996, giugno
Micieli N., Adriano Visintin, Nonantola (MO) 1994