disegno, Manto Dacia

disegno incorniciato con vetro

Dichiara l'artista: "La grafite usata per accumulo o per sottrazione...ha una lucentezza, una qualità satinata, specchiante e volatile che amo molto" (D. Manto, da "im 01. L'immagine sottile", 2006, p.25). L'artista riflette, anche attraverso delle installazioni, sullo scarto che esiste tra la visione e la realtà e tra l'immagine reale e quella mentale. I disegni, seppur nati al seguito di installazioni, si possono considerare come opere indipendenti dove il foglio viene riempito di grafite, poi incisa, raschiata, sovrapposta in un lavoro continuo che cerca di riproporre il desiderio di comunicare qualcosa, più che le fattezze della cosa stessa. I disegni si infittiscono di segni che ripropongono il paesaggio o meglio i modi con cui viene rappresentato geograficamente un territorio. Il gesto con cui la grafite è stesa o asportata rappresenta l'immagine del mondo percepito come qualcosa in perenne movimento, fatto di forme fugaci che si fissano solo nella mente.