L'opera è costituita da due tralicci identici formati da diversi tubi metallici verticali, uniti da alcuni raccordi. Alla sommità di ognuno, colorato a fasce alternate bianche e rosse, sono collocati alcuni fari che contribuiscono ad illuminare la zona di gioco.
Durante i lavori di rifacimento dello Stadio Friuli, denominato anche Dacia Arena, le due torri faro vennero rimosse (maggio 2014) per essere conservate in un deposito nell'Ex Caserma Osoppo dove attualmente si trovano. Intorno a queste torri si è alimentato nel corso del tempo un dibattito. Ad oggi si ipotizza, su indicazione della Soprintendenza, di collocarle al centro della rotatoria che disimpegna l'accesso ai parcheggi dello stadio dalla tangenziale ovest (parere della Soprintendenza del maggio 2021). L'intervento è assai oneroso (nel 2020 si indicavano 150 mila euro) e per questo posticipato ad un futuro prossimo. Secondo un articolo pubblicato sul "Messaggero Veneto" del 28 dicembre 2022 dal titolo "Che fine hanno fatto le torri faro del Friuli?" le torri sarebbero alte 59,20 metri, con un peso di 40 tonnellate ciascuna. Strutture tubolari, sarebbero colorate di bianco e rosso al fine di permettere l'individuazione da parte dei veicoli ed evitare il rischio di collisioni. Si legge inoltre: "Forgiate in una carpenteria metallica molto elaborata e particolare, sono considerate una rarità nel loro genere, per la cui realizzazione sono stati necessari non solo una ricerca architettonica, ma anche raffinati calcoli di ingegneria". Le torri ebbero origine con la vittoria del progetto di Luciano Del Zotto al concorso nazionale che fu indetto in ottemperanza alla legge 717 del 1949.