Nel 2002 il Centro regionale attua a Budoia (Pn) il progetto “Archivi fotografici privati” grazie alla collaborazione con l’Amministrazione comunale. La cittadinanza viene infatti invitata a cercare in vecchi album in polverose soffitte e in raccoglitori improvvisati come scatole di scarpe le fotografie del passato comune e del proprio passato famigliare. L’iniziativa ha goduto di un notevole successo, grazie alla partecipazione di moltissimi i paesani. Presso la Biblioteca del Comune, la sede designata a luogo di raccolta, sono infatti state portate circa 900 fotografie, trattenute per il periodo necessario alla digitalizzazione e catalogazione, per essere poi restituite ai legittimi proprietari. La collaborazione di questi ultimi è stata fondamentale per l'individuazione di luoghi e nomi e per tutte le informazioni connotanti la foto stessa. Il progetto è stato poi valorizzato con una mostra e il catalogo dal titolo Le opere e i giorni. Budoia: una storia per immagini, a cura di Antonio Giusa, Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali, 2002 e con la catalogazione di una selezione di immagini oggi consultabili nella banca dati SIRPAC.
Nel 2002 sono state catalogate 701 immagini che raccolgono le informazioni raccolte prevalentemente dalle interviste orali. L'esperienza è stata interessante perché ha consentito di riscoprire e valorizzare la memoria collettiva di una comunità. Tra i risultati conseguiti vi è inoltre la scoperta della presenza di un fotografo come Angelo Bernardis (1844-1937), prima sconosciuto, che si è rivelato un prezioso testimone dell'evoluzione sociale fra Ottocento e Novecento, lasciando in eredità un caleidoscopio che fa conoscere meglio, attraverso le espressioni dei volti e le abitudini delle persone ritratte, le radici di una comunità intera. Si possono poi trovare fotografie scattate in varie regioni d'Italia, ma anche in Francia, Russia o negli Stati Uniti. Ci sono alcune immagini dell'Ottocento, come quelle di Bernardis, ma la maggior parte sono del Novecento. I temi trattati vanno dall'emigrazione al paesaggio, dall'uso del territorio allo sviluppo urbanistico e alla costruzione delle infrastrutture. Ad esempio si trova documentata la presentazione del progetto relativo alla costruzione della strada "Venezia delle nevi" del febbraio 1965. Oppure quella del ripristino e del miglioramento della forma e della copertura delle malghe comunali del 1949. O ancora, procedendo a ritroso nel tempo, la costruzione del ponte sull'Artugna nel 1922, con le maestranze in posa sulle impalcature. Importanti sono anche i piccoli momenti di vita quotidiana della gente del paese, con le loro occupazioni, i momenti festosi, quelli tristi e le occasioni pubbliche. Tra queste ad esempio ci sono diverse immagini relative al periodo fascista, nelle occasioni dei saggi ginnici o di eventi particolari. Durante questo periodo si ebbe una interruzione del fenomeno migratorio, peraltro documentato, assai bene in molti esempi, come nelle foto che gli uomini emigrati inviavano alle mogli assieme alle rimesse o, inversamente, quelle relative alla nascita di un nuovo bambino o al matrimonio per procura. I bambini sono tra i soggetti preferiti, perché la loro nascita e la loro crescita erano un momento da solennizzare. Allo stesso modo le prime comunioni, i gruppi di catechismo e quelli scolastici. E infine, tra i momenti felici, sono da ricordare i matrimoni e i pochi svaghi, come le gite in bicicletta e in vespa, negli anni Cinquanta, senza escludere il momento della morte, rappresentativo di un modo diverso di intendere il trapasso.
Giusa A. / Michilin N., Le opere e i giorni; Budoia: una storia per immagini, Passariano di Codroipo (UD) 2002