Il Museo del Risorgimento e Sacrario Oberdan è l’unico sito museale cittadino pensato e costruito come sede museale per la conservazione ed esposizione di cimeli e testimonianze ed insieme museo-monumento di una parte ben connotata della storia della città, che celebra l’impegno irredentista volto a conseguire l’unione di Trieste e della Venezia Giulia al Regno d’Italia nel periodo 1861-1918. Il Museo è situato in Piazza Oberdan, zona della città un tempo segnata dalla presenza di una imponente caserma austriaca del XVIII secolo, simbolo dell’amministrazione austriaca, che in seguito alla ristrutturazione dei primi decenni del Novecento fu sostituita dal nuovo edificio, la Casa del Combattente, progettata d’architetto Umberto Nordio. L’edificio conserva al pian terreno la cella della caserma austriaca, in cui Guglielmo Oberdan, giovane irredentista venne rinchiuso e impiccato per aver attento nel 1882 alla vita dell’imperatore Francesco Giuseppe. Lo spazio è inoltre occupato dalla monumentale statua raffigurante l’allegoria di Patria e Libertà, opera dello scultore Attilio Selva. Al primo piano invece, il cui salone d’onore è decorato con gli affreschi di Carlo Sbisà, si trova invece il Museo vero e proprio che espone le testimonianze della partecipazione della Trieste italiana, mazziniana e liberale, alle battaglie risorgimentali e alla prima guerra mondiale. La collezione, costituita da fotografie, documenti, dipinti, epigrafi, bandiere, divise e cimeli, ha preso avvio nel 1910 dal lascito di Filippo Zamboni e si è arricchita dopo la vittoria della Prima Guerra Mondiale. Inizialmente esposta nel Civico Museo di Storia Patria e del Risorgimento, inaugurato nel 1922 a villa Basevi, nel 1925, in occasione dell’anniversario della morte di Oberdan, il museo viene consegnato al Comune di Trieste ed in seguito trasferito al primo piano del nuovo edificio.
Nel 2004 il Centro regionale ha concentrato la propria attività di studio e descrizione secondo gli standard nazionali su un taccuino composto da fotografie e acquerelli, opera di Napoleone Cozzi (1867-1916), alpinista, pittore decoratore e irredentista, vissuto a Trieste. I taccuini di Cozzi, di cui si conservano pochissimi esemplari simili per struttura e articolazione, sono una forma espressiva autografa fatta di schizzi, accompagnati da brevi testi, realizzati durante le numerose imprese alpinistiche. Le fotografie si trovano tuttora incollate sulle pagine dell'album e sono intercalate agli acquerelli, quando non addirittura incorporate ad essi. Il taccuino illustra alcune delle ascensioni alpinistiche compiute dallo stesso Cozzi e dai suoi sodali, raggruppati sotto la bandiera della Squadra Volante, nata in seno alla Società Alpina delle Giulie di Trieste durante l'estate del 1907. Vi sono raccontate escursioni nelle Alpi Giulie, nelle Carniche e nelle Dolomiti. Le immagini riprendono paesaggi, pareti e gruppi di alpinisti sempre precisamente individuati grazie alle didascalie redatte dallo stesso Cozzi. L'autore delle immagini è nella maggior parte dei casi l'amico alpinista Alberto Zanutti, fotografo ufficiale della Squadra. La documentazione raccolta per questa campagna di catalogazione è confluita nel catalogo della mostra Da Trieste alle Alpi. Napoleone Cozzi artista, alpinista, patriota. Acquerelli, fotografie, dipinti e disegni dal 1880 al 1916, a cura di Melania Lunazzi, Comune di Travesio (PN), 2007, pubblicazione realizzata in collaborazione con il Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali. Nella banca dati SIRPAC, oltre alle 43 schede F – Fotografia, è possibile consultare anche 3 schede OA – Opera d’arte relative a tre acquerelli di Cozzi dell’album dell’estate del 1907 e una scheda T – Tessili di una camicia da garibaldino, restaurata nel 2003.
Ruaro Loseri L./ Favetta B.M., Il civico museo del Risorgimento e il Sacrario Oberdan a Trieste, Trieste 2008
Lunazzi M., Da Trieste alle Alpi. Napoleone Cozzi. Artista, Alpinista, patriota, Tavagnacco (UD) 2007