I disegni raffigurano i Trionfi dell'Amore, Castità, Morte, e Fama, mancano quelli del Tempo e dell'Eternità.
Come si viene a sapere da un appunto manoscritto di Domenico Rossetti datato Siena 16 agosto 1822 e conservato al Museo petrarchesco piccolomineo (Ms Petr I 97), egli durante un suo viaggio nella città toscana vide quattro tavole con i Trionfi dell'Amore, della Castità, della Morte e della Fama conservate alla Pinacoteca Nazionale, che in quel tempo erano credute opera di un certo P. Vanni (attribuzione presente anche nel catalogo della Pinacoteca del 1842 stilata da Carlo Pini) e che oggi sono attribuite alla bottega di Apollonio di Giovanni (cfr. Torriti 1990 citato in Ortner 1998) o preferibilmente a quella di Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia, fratello di Masaccio (Cavazzini 1999). L'erudito prese nota delle opere e della loro collocazione per ordinarne una copia, che va riconosciuta appunto nella serie in esame: "Nell'Accademia di Belle Arti di Siena esistono quattro tavole di P. Vanni rappresentanti i 4 trionfi del Petrarca. Se ne fa qui memoria per ordinarne la copia" (Ms Petr I 97, c. 1 v.) I Trionfi della Castità, della Morte e della Fama presentano la numerazione rossettiana N.° 91, N.° 92 e N.° 93 e questo fa pensare che siano stati eseguiti e quindi entrati nella collezione di Rossetti proprio entro il 1822, subito dopo che era stato pubblicato a cura dell'erudito il catalogo della sua collezione petrarchesca piccolominea, in cui erano elencati i 90 esemplari dell'iconografia petrarchesca fino a quel momento in suo possesso (D. Rossetti, "Raccolta di edizioni di tutte le opere del Petrarca e di Enea Silvio Piccolomini, Pio II", Venezia, Sticotti, 1822). La serie di quattro disegni è citata in modo alquanto sintetico nell'Inventario ed estimo della Libreria relitta dal defunto Dr. Domenico de Rossetti, redatto da Giovanni Enrico Schubart e da Gaetano Merlato nel 1842-1843 (PETR. Ms I 76), al n. 890, subito dopo la serie di quattro disegni, firmati da Francesco Pieraccini e databili sempre al 1822 circa, tratti da altre quattro tavole con i Trionfi conservate a Firenze (cfr. scheda OA 51464): "890. Disegni a contorni. Altri quattro Trionfi dello stesso" (cioè di Petrarca). In seguito vengono citati dall'Hortis (1874) nel suo catalogo della collezione petrarchesca ormai entrata a far parte del patrimonio della Biblioteca civica con l'attribuzione ottocentesca a Francesco [sic] Vanni. Sotto il profilo stilistico la serie in esame presenta notevoli affinità con quella succitata del Pieraccini, tanto da poter avanzare l'ipotesi che sia della stessa mano. Del resto il Trionfo della Morte della serie Pieraccini (cfr. scheda OA 51448) presenta nell'angolo inferiore destro la numerazione "N.° 95", contigua a quella presente in questa serie ed è logico pensare che per disegni di copia da opere conservate in Toscana, Rossetti si servisse di artisti là dimoranti, come appunto il Pieraccini. Si noti come la numerazione della serie apposta agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento non ha tenuto conto dell'ordine con cui i Trionfi si susseguono.
Hortis A., Catalogo delle opere di Francesco Petrarca esistenti nella Petrarchesca Rossettiana di Trieste. Aggiuntavi l’iconografia della medesima, Trieste 1874
Cavazzini L., Il fratello di Masaccio Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia, Firenze 1999
Ortner A., Petrarca “Trionfi” in Malerei, Dichtung und Festkultur. Untersuchung zur Entstehung und Verbreitung eines florentinischen Bildmotivs auf cassoni und deschi da parto des 15. Jahrhunderts, Weimar 1998