disegno, Füger Heinrich Friedrich, XVIII/ XIX

Oggetto
disegno
Soggetto
fregi decorativi
Autore
Cronologia
1775 - 1818
Materia e tecnica
carta/ matita, pittura ad acquerello
Misure
mm - altezza 235, larghezza 344
Codice scheda
D_116
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Gabinetto dei disegni e delle stampe
Iscrizioni

Recto: Scena di guerra (dal ciclo troiano?) a matita e acquerello color seppia con effetto di bassorilievo. Nell'ordine superiore, a sinistra, guerrieri caricano vasellame su di un carro e, a destra, tra figure maschili e femminili e un cocchio, un vecchio (cieco?) con gli occhi volti al cielo versa un liquido da una coppa tenuta nella destra. L'ordine inferiore è diviso in due parti: quella sinistra raffigurante probabilmente Priamo inginocchiato ai piedi di Achille nella tenda di quest'ultimo; quella a destra è divisa sua volta in due ordini, con schizzi appena abbozzati con la sola matita raffigurante un carro e un cocchio con figure e cavalli. Verso: scena tratta dalla storia di Giuseppe: i fratelli stanno per vendere Giuseppe ai mercanti dopo aver pensato inizialmente di farlo morire di sete nel pozzo. Matita e acquerello color seppia: le figure appaiono a tutto tondo e inserite in un ambiente a tre dimensioni. Carta avorio a grana grossa.

Il foglio comprende due disegni di cui il primo fa parte di una serie di nove schizzi raffigurante scene di guerra, ispirati probabilmente al ciclo troiano (v. in questo la scena che si può interpretare come l'incontro tra Priamo e Achille, quando il vecchio padre supplica l'eroe di restituirgli il corpo di Ettore e nel disegno della scheda D 122 l'incontro tra Ettore e Andromaca alle porte Scee). Tutti questi schizzi sono realizzati a matita e acquerello tinta seppia con effetto di bassorilievo: l'acquerello sottolinea le forme facendole apparire di piccolo spessore e creando brevi ombre aggettanti su di uno sfondo che pare uniforme. Anche il secondo disegno è ottenuto con l'uso congiunto della matita e dell'acquerello seppia, ma con effetto volumetrico più compiutamente tridimensionale: le figure fortemente chiaroscurate appaiono a tutto tondo e si dispongono in diversi piano entro un ambiente paesistico suggerito dal pozzo in primo piano e dalle fronde appena accennate sullo sfondo a destra. La scritta in tedesco sul verso (Questo disegno: Giuseppe viene gettato nella fossa dai fratelli ecc, è di Füger, poiché i disegni di Füger e Caucig erano in un album da disegno") spiega l'equivoco per cui Manzini (1952) ha potuto considerare come opera del Caucig questa serie di schizzi (cfr. scheda D 129): l'album donato da Niccolò di Strassoldo comprende tre fogli di schizzi del Caucig a penna e pennello (china e china diluita) e nove fogli di schizzi a matita acquerello tinta seppia del Füger. Nell'inventario di Giovanni Cossar si legge: "12 pagine di un albo di schizzi di F.S. Caucig nove sono di Füger"· La seritta "woher gesunt ist schön gemacht" ("dove è sano - intatto è ben fatto") nel disegno della scheda D 123 suggerisce l'ipotesi che si tratti di copie e ricostruzioni ideali da fregi antichi in precarie condizioni di conservazione. Heinrich Füger (o Friedrich Füger, cfr. Seubert, 1882) fu pittore e incisore. Studiò a Stoccarda e a Lipsia e si trasferì nel 1774 a Vienna dove ricevette molte commissioni tra cui una grande miniatura della famiglia imperiale (Vienna, Galleria del sec. XIX). Con una borsa di studio trascorse un lungo periodo (1776-1783) in Italia - a Roma e a Napoli, - dove studiò l'arte antica, Raffaello, i Carracci, Domenichino e subì l'influenza di Mengs. Eseguì i ritratti in miniatura della regina Maria Carolina e della sua famiglia (Napoli) e decorò i soffitti del Palazzo Reale di Caserta con affreschi di soggetto allegorico. Ritornato a Vienna, fu nominato direttore dell'Accademia (1795) e direttore della Galleria imperiale di pittura (1806). "Anche nei suoi migliori quadri il Füger non ha mai rinunciato alla tendenza decorativa, alla grazia piacente e un poco superficiale dell'arte settecentesca, suscitando gli attacchi della nuova generazione dei romantici. Notissimo come miniatore, ha saputo conservare nonostante l'influsso inglese, un suo carattere originale [...]. Le opere del Füger si trovano la maggior parte a Vienna, all'Accademia, nella Galleria del sec. XIX; molte sono di proprietà privata". (H. Tietze, 1950).

BIBLIOGRAFIA

Manzini G., I disegni di Francesco Caucig nel Museo Provinciale di Gorizia. Con un saggio bibliografico sul pittore, Firenze 1952

Thieme U./ Becker F., Allgemaines Lexikon der Bildenden Künstler, Leipzig 1907-1950, I-XXXVII

Seubert A., Allgemeines Künstler-Lexicon, Frankfurt 1882