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I dischi troncati e gli angoli a tratto sono disposti in modo da indurre la presenza di una superficie illusoria che appare diversa dallo sfondo circostante, nonostante la regione attraversata dal suo contorno sia obiettivamente omogenea. Kanizsa chiamò tali figure “anomale”, per sottolineare che esse emergono in assenza delle disomogeneità fisiche normalmente associate ai bordi. Il Triangolo di Kanizsa (sia questo con inducenti neri su sfondo bianco, che quello con inducenti bianchi su sfondo nero) appare stratificato in primo piano, con un margine ben definito che include una superficie dal colore più marcato di quello dello sfondo.
Kanizsa G., Il mio triangolo, Trieste 2008
Kanizsa G., Grammatica del vedere: saggi su percezione e gestalt, Bologna 1980
Kanizsa G., Linee virtuali e margini fenomenici in assenza di discontinuità di stimolazione, in Atti del 10° Convegno degli psicologi italiani, Firenze 1954