disegno preparatorio, de Finetti Gino, XX

Il foglio presenta una serie di disegni il cui soggetto rinvia ad episodi della Guerra gradiscana. A sinistra, racchiuso in un riquadro a matita, è rappresentato l’assalto al Forte Imperiale nei pressi di Gradisca da parte delle milizie veneziane nell’estate del 1616: alcuni soldati, appena delineati negli elementi essenziali, sono colti nel tentativo di salire una scala appoggiata al fortilizio austriaco difeso dall’alto, mentre da un’altura lontana le truppe di Venezia, solo accennate con pochi sintetici tratti, rispondono al fuoco scatenando nuvole di fumo. Appena sotto, è ripreso il particolare delle figure sulla scala per due volte: in un primo abbozzo a matita, e in un elaborato grafico a china più attento ai dettagli. Al centro del foglio, uno studio di figura maschile che solleva un grande contenitore di legno come per rovesciarlo, e una scena con due figure armate ambientata all’interno di un una fortezza, con particolari quali un portale, i gradini di una scala, una finestra con grata. Quest’ultima composizione viene ripresa nel disegno che a sinistra si sviluppa per l’intera altezza del foglio, e in cui si avverte la ricerca per una maggiore definizione della posa dei due soldati.

Due degli elaborati realizzati su questo foglio compaiono nel volume “Historia della ultima guerra nel Friuli di Faustino Moisesso. Episodi scelti” pubblicato nel 1959 per il quale de Finetti fornì le illustrazioni. Si tratta in particolare del disegno in alto al centro, inserito a p. 4, che non trova un puntuale riferimento negli episodi narrati nel capitolo, e del disegno in alto a destra. Quest’ultimo, posto a p. 45, è fedele al racconto dell’assalto al Forte Imperiale: i Veneziani “si accostarono al forte da più bande per dar la scalata, e quelli di rinforzo co’ moschetti presero convenientemente posto per levar le difese da lontano. Appogiaronsi alcune scale, e tosto sentissi da una parte e dall’altra una gran tempesta di moschettate […]. Non appena un alfiere de Côrsi, giovane molto valoroso e destro, era montato sulla cima della sua scala che precipitò a terra morto; per la qual caduta a molti cadde dall’animo la speranza del vincere, ritirandosi tutti coloro che da quella parte con esso alfiere allo scoperto erano usciti, da tre o quattro in fuori, che vi restarono uccisi.”